Chimico e medico (Horton, Gloucestershire, 1785 - Londra 1850). È noto specialmente per avere enunciato il principio che i pesi atomici degli elementi, riferiti all'idrogeno, sono interi, ciò che significava che la materia è costituita d'un componente unico (protilo), dalla condensazione del quale provenivano gli altri. L'opera di P. non fu considerata molto favorevolmente da vari storici: si disse che, avendo lanciato senza basi un'ipotesi seducente all'apparenza, aveva danneggiato lo sviluppo della chimica e fuorviato la sana ricerca scientifica cristallizzandola in una tesi pregiudiziale, che doveva involontariamente influire sui risultati. Le ricerche recenti sulla materia e la scoperta degl'isotopi hanno segnato il trionfo del principio divinato da Prout.
Si occupò di problemi di chimica fisiologica, provando, fra l'altro, la presenza dell'acido cloridrico nel succo gastrico. P. fu sostenitore di una teoria corpuscolare secondo la quale tutti i corpi sono formati da un'unica sostanza primordiale, da lui chiamata protilo; notando che i pesi atomici degli elementi allora conosciuti erano, in prima approssimazione, multipli del peso atomico dell'idrogeno, P. sostenne che il protilo coincidesse con questo elemento. Conseguenza di tale ipotesi era che gli atomi degli elementi fossero formati da un certo numero di unità di atomi di protilo; per tale motivo P. non fu incline ad accettare la teoria atomica di J. Dalton secondo la quale il diverso peso degli atomi era attribuibile ad una loro sostanziale diversità. L'ipotesi di P. stimolò molte ricerche sui pesi atomici ma, con gli anni, l'accresciuta precisione della chimica analitica mise in luce il fatto che quasi nessun elemento era caratterizzato dal peso atomico esattamente multiplo di quello dell'idrogeno e così l'ipotesi fu abbandonata. Gli studi successivi sulla struttura dell'atomo e la scoperta degli isotopi hanno mostrato che, in un certo senso, l'intuizione di P. era fondata; infatti, la massa di un atomo è determinata dal numero di protoni e di neutroni e perciò, in prima approssimazione (cioè non tenendo conto del difetto di massa, della massa degli elettroni e della differenza di massa tra neutrone e protone), è un multiplo intero di quella dell'isotopo più abbondante dell'idrogeno, quello con numero di massa uguale a uno.