Filosofo e storico tedesco (Biebrich 1833 - Seis, od. Siusi, 1911). Tra i più importanti esponenti dello storicismo contemporaneo, venne influenzato dalla cultura neokantiana, positivistica, e dalla cultura romantica tedesca. Nel suo pensiero, espresso compiutamente nella "Introduzione alle scienze dello spirito" (Einleitung in die Geisteswissenschaften, 1883), il problema centrale è stato quello elaborare una "critica della ragione storica", ossia rinvenire le fondamenta del sapere storico.
Professore a Basilea, Kiel, Breslavia, infine a Berlino, dove successe al Lotze (1882). Nell'elaborare la sua "critica della ragione storica", D. distingue tra scienze della natura e scienze dello spirito, in base al nostro diverso atteggiarci nei confronti dell'oggetto naturale e dell'oggetto spirituale, dei quali il primo è studiato con criterî che dipendono dalla sua resistenza alla penetrazione conoscitiva, ed è quindi visto in qualche maniera dall'esterno, il secondo invece, data la sua omogeneità con l'indagatore, è intimamente penetrato. Il mondo storico può essere "rivissuto" (ted. erlebt) dal soggetto che lo conosce, il che non accade per il mondo naturale. Questa formulazione del problema, che si presenta nella "Introduzione alle scienze dello spirito" (Einleitung in die Geisteswissenschaften), del 1883, viene allargata e approfondita nelle "Idee per una psicologia descrittiva e analitica" (Ideen über eine beschreibende und zergliedernde Psychologie), del 1894. La psicologia diltheiana è diversa da quella tradizionale, perché si rivolge ai fenomeni nella loro fluidità e nel loro esser vissuti, al di qua della solidificazione concettuale. Il concetto di connessione strutturale con l'ambiente designa appunto il carattere organico e unitario delle manifestazioni psicologiche. Di queste il mondo storico è il correlato omogeneo. Nell'ultima fase del suo pensiero, tra il 1905 e il 1911, D. riprende il problema della fondazione delle scienze storiche. Il mondo storico appare ora a D. un mondo di insiemi significativi, che si riscontrano negli individui, nelle comunità, nelle civiltà, nelle stesse epoche storiche. Questi concetti si trovano svolti soprattutto negli scritti raccolti nel volume "Studî sulla fondazione delle scienze dello spirito" (Studien zur Grundlegung der Geisteswissenschaften). La radicale storicità di tutte le manifestazioni spirituali si estende alla filosofia. D. distingue tre tipi di intuizione del mondo: il naturalismo, fondato sul concetto di causalità naturale (per esempio, il materialismo antico e moderno); l'idealismo oggettivo, fondato sul sentire, che coglie la realtà come lo svolgersi di un principio interiore (esempî, Spinoza, Schelling, Hegel); l'idealismo della libertà, che afferma l'indipendenza dello spirito di fronte alla natura (esempî, Platone, Kant, Fichte). Queste tre intuizioni del mondo restano in qualche maniera irrelate, come tre atteggiamenti possibili. Tuttavia D. cerca nella consapevolezza della relatività delle intuizioni del mondo, ossia nello spirito che le interpreta, un fattore di unità. Tra gli importanti contributi di D. alla storia della cultura si ricordano quelli dedicati a Schleiermacher, al giovane Hegel, alla formazione del moderno spirito europeo (questi ultimi tradotti in italiano col titolo L'analisi dell'uomo e l'intuizione della natura dal Rinascimento al secolo XVIII). L'influenza di D. sulla cultura europea e specialmente tedesca è stata considerevole. E può dirsi esercitata in due direzioni: quella dello storicismo relativistico, avente come punto di partenza la critica dello storicismo hegeliano, e quella dell'antropologia, cioè della descrizione dell'uomo come essere storico. Nel primo senso il punto di arrivo può considerarsi Spengler; nel secondo alcuni temi esistenzialistici.