ventaglio Oggetto di forma e materiale vari (v. fig.), usato per farsi vento agitandolo con la mano; nella forma oggi più comune, è fatto di un certo numero di stecche (di legno, avorio, tartaruga ecc.), congiunte e imperniate nella parte inferiore in modo da potersi aprire e richiudere su sé stesse, sopra le quali è disteso e incollato un foglio (di seta, carta, pizzo ecc.), per lo più colorato e dipinto o ricamato.
Nell’antichità il v. ebbe molteplici fogge, tutte riconducibili allo schema di una foglia o di una piuma provvista di peduncolo. In Cina e Giappone, rotondo e fisso o pieghevole, divenne una nota caratteristica della moda, di forma e dimensioni variabili ogni anno; di seta quello invernale, di penne l’estivo. In uso anche presso gli Egizi, gli Assiro-Babilonesi e i Persiani, il v. passò in Grecia nel 5° sec. a.C. divenendo di uso comune. Come attributo di Afrodite venne a costituire uno dei complementi del mondo muliebre etrusco e romano. Verso il 4° sec. d.C. assunse talora la forma di piccola bandiera.
Dal 13° sec. il v. divenne elemento del costume femminile, fatto di piume, con manico d’avorio o di metallo prezioso, portato appeso alle cinture con lunghe catenelle o tenuto in mano. I v. del Rinascimento furono spesso oggetti di lusso anche per la materia e la lavorazione. Ebbero grande diffusione in Italia nel 15° sec.; in Inghilterra furono introdotti durante il regno di Enrico VIII, e in Francia nel 16° sec. sotto Caterina de’ Medici. Verso la metà del 16° sec. venne in uso il v. pieghevole, la cui prima forma dovette essere quella a ruota che andò poi riducendosi a un semicerchio. Originaria forse dell’Asia orientale, questa forma si diffuse in Europa dalla Francia, dove se ne fece una produzione sempre più copiosa e raffinata che raggiunse il suo culmine nei sec. 17° e 18°. L’importanza della produzione ed esportazione francese è documentata dalla fondazione, nel 1678, della corporazione parigina degli éventaillistes. Nel tardo barocco e nel rococò anche l’Inghilterra ebbe una ricercata produzione di v. di imitazione cinese. A Venezia si adottarono le fogge francesi e si ricorse, nella decorazione, alle incisioni. Il 19° sec. ebbe una novità nella tecnica della decorazione in batic, che non ebbe però successo durevole. In seguito l’arte del v., non più stimolata dalla moda, subì una netta decadenza.