testicolo Ghiandola sessuale maschile dei Metazoi.
Nei Vertebrati il t. è un organo compatto, di varia forma, costituito da numerosi tubuli seminiferi (Amnioti) o da ampolle (Elasmobranchi e Anfibi), gli uni e le altre originatisi da masse cellulari compatte in cui si scavano rispettivamente i lumi dei tubuli o le cavità delle ampolle. Nelle pareti si osservano due tipi di cellule: alcune a funzione di sostegno e nutritiva, meno numerose, le cellule di Sertoli (Mammiferi); altre molto numerose, le cellule sessuali propriamente dette o spermatogoni, da cui traggono origine, attraverso processi di divisione e di trasformazione (detti spermatogenesi e spermiogenesi), gli spermatozoi. Nei Vertebrati i t., oltre alla funzione di ghiandole seminali, esplicano una funzione endocrina producendo l’ormone sessuale maschile (testosterone) che, nei Mammiferi, si forma in gruppi di cellule allogate tra i tubuli seminiferi, le cellule interstiziali o di Leydig, costituenti il tessuto interstiziale (o ghiandola interstiziale) del testicolo.
Nella maggioranza dei Vertebrati i t. sono in genere pari, più o meno ovali o allungati, in alcuni casi impari per fusione o regressione di uno dei due. Si originano dalle creste genitali nella parte dorsale della cavità del corpo e restano sospesi alla parete di essa mediante il mesorchio. Nei Mammiferi si verifica in genere uno spostamento (‘discesa’) dei t. nella regione pelvica e, in taluni casi, attraverso il canale inguinale: essi abbandonano la cavità celomatica migrando temporaneamente o definitivamente nel sacco dello scroto.
Nell’anfiosso i t., in numero di 26 paia, sporgono metamericamente dalla parete del corpo nella cavità atriale. Nei Petromizontiformi e Missiniformi appaiono fusi in una formazione impari mediana situata fra i due reni. Nei Condroitti si hanno due t. appaiati e simmetricamente disposti nella parte anteriore del celoma. Nei Teleostei i t. sono semplici o lobati. Negli Anfibi la forma varia nei diversi ordini da allungata a ovoidale; sono spesso associati ai cosiddetti corpi gialli (o adiposi). Nei Rettili hanno una struttura compatta e sono arrotondati o piriformi; negli Ofidi e nei Sauri uno di essi è situato in posizione anteriore rispetto all’altro. Negli Uccelli hanno forma caratteristica, arrotondata od ovoide, il t. sinistro in genere è più grosso del destro. Nei Mammiferi i t., di forma ovoidale, sono circondati da una tunica fibrosa e sono all’interno distinti in numerosi lobuli ciascuno dei quali contiene parecchi tubuli seminiferi. I Monotremi sono il solo esempio, fra i Mammiferi, in cui i t. non si spostano mai dalla loro sede di origine nella cavità del corpo.
Organo pari e simmetrico, il t. è normalmente contenuto, fin dalla nascita, nello scroto, sospeso al funicolo spermatico; di solito il sinistro è situato leggermente più in basso del destro. Raggiunge lo sviluppo completo all’epoca della pubertà e subisce un’involuzione fisiologica nell’età senile. Ha colorito bianco-azzurrognolo, dovuto al rivestimento fibroso, detto tunica albuginea o semplicemente albuginea; la sua consistenza è molle-elastica; nell’adulto è lungo 4-4,5 cm, spesso 2,5 cm, largo 4 cm; ha massa di circa 20 grammi. La struttura anatomica è quella di una ghiandola tubulare composta (v. .).
Al margine posteriore si trova il cosiddetto mediastino del t. (corpo di Highmoro), costituito da un addensamento di tessuto connettivo dell’albuginea; da esso si irradiano nello spessore dell’organo fini sepimenti, che suddividono il parenchima in circa 250 lobuli di forma conica. In ognuno di tali lobuli sono contenuti da 1 a 3 esili formazioni canalicolari, dette tubuli seminiferi contorti, a decorso molto tortuoso, nei quali si compie la spermiogenesi. Lunghi da 30 a 70 cm e con lo spessore di 150-250 μm, verso il mediastino del t. assumono un decorso rettilineo (tubuli retti) e confluiscono nella cosiddetta rete testicolare (o rete testis). Quest’ultima si compone di canali e lacune di varia ampiezza, disposti a formare una rete a maglie irregolari, dalla quale prendono origine i dotti efferenti che si continuano con l’epididimo. La rete testicolare fa parte delle vie spermatiche e può costituire un serbatoio per gli spermatozoi. Nell’interstizio fra i tubuli contorti si trovano ammassi cellulari compatti, considerati come elementi endocrini, che formano, nel loro complesso, la ghiandola interstiziale di Leydig. I vasi del t. sono detti vasi spermatici; i nervi provengono dal plesso spermatico; i linfatici affluiscono alle stazioni inguinali, lomboaortiche e iliache.
Le due funzioni fondamentali del t., la gametogenesi e l’attività endocrina, cioè la produzione di ormone testicolare, sono sotto il controllo del sistema diencefaloipofisario, le cui lesioni inducono, conseguentemente, alterazioni funzionali e atrofia dei testicoli. Una visione morfofunzionale delle strutture del t. consente di distinguere tre sistemi: il leydigiano (presente nell’interstizio testicolare); il tubulare (tubuli seminiferi); il distretto intertubulo-leydigiano (include il tessuto compreso tra i dotti seminiferi e le cellule di Leydig).
Il processo spermatogenetico si può descrivere in fasi maturative che partono dalla divisione degli spermatogoni fino alla genesi degli spermatociti primari; dagli spermatociti primari si hanno gli spermatociti secondari (corredo cromosomico aploide), che dividendosi danno luogo a 2 spermatidi. Ogni spermatide matura evolvendo a spermatozoo, senza altre divisioni della cellula.
Nel tessuto testicolare hanno un ruolo importante di struttura le cellule di Sertoli che, saldate mediante ‘giunzioni’ parabasali, definiscono una vera e propria barriera ematico-testicolare. Esse elaborano inoltre diverse sostanze e svolgono un ruolo di protezione trofica verso lo stesso sistema spermatogenetico. Inoltre possono esercitare una forma di controllo nei confronti delle cellule di Leydig, che a loro volta posseggono un’attività di modulazione verso il sistema leydigiano.
Gli ormoni androgeni, tra cui svolge primaria funzione il testosterone, sono prodotti dalle cellule di Leydig.
Tra le numerose condizioni morbose di interesse endocrinologico che coinvolgono i t. figurano gli ipogenitalismi maschili, tra cui l’eunucoidismo e la sindrome di Klinefelter, e i più rari ipergenitalismi. La patologia testicolare comprende inoltre una serie di anomalie congenite, tra cui la completa assenza di una o entrambe le ghiandole (anorchidia mono- o bilaterale), l’abnorme piccolezza (microrchidia), la mancata discesa nelle borse scrotali o criptorchidia, l’ectopia di uno o entrambi i t.; questi, inoltre, possono essere sede di processi infiammatori (orchiti e orchiepididimiti, acute o croniche, batteriche o virali) e, non frequentemente, di tumori, rappresentati per lo più dal seminoma.