Svantevit La divinità suprema degli Slavi dell’isola di Rügen con culto ad Arkona, tramandato da Helmold e da Saxo Grammaticus. Il nome compare in diverse varianti grafiche che rinviano tutte a una forma Svetovit connessa con svętŭ, da intendersi nel significato di ‘santo’ (più idoneo a una figura di divinità suprema) o in quello primitivo di ‘forte’, ‘potente’. Secondo la descrizione di Saxo, il simulacro quadricefalo di S., con la barba e le chiome rasate, era custodito nel tempio ligneo situato al centro di Arkona; nella mano destra teneva un corno di metallo colmo di vino; vicino erano una spada, un freno e una sella del cavallo sacro. La festa annuale si celebrava al santuario e consisteva in due riti, uno divinatorio, l’altro augurale, relativi al raccolto dell’annata successiva. Al centro di questa solennità e al tempo stesso sovrano della guerra era S., che nella titolarità della festa agraria e nel nesso con il cavallo sacro rivela la natura di divinità solare vista nella sua azione sulle messi; a questo si aggiunge l’attributo della policefalia, che nel caso di S. è espressione dell’onniveggenza solare per il rapporto che lo lega al russo Svarožič.
Sulla tradizione medievale del legame di S. con una prima evangelizzazione dell’isola di Rügen ➔ Vito, Modesto e Crescenza, santi.