societa segrete
Termine usato di solito, in senso più ristretto, per indicare collettività clandestine a scopo soprattutto politico, che è quanto dire di opposizione ai regimi costituiti, oltre che ai governi che li impersonano. In esse il segreto ha principalmente lo scopo di sfuggirne l’azione repressiva, ma anche d’impressionare gli adepti, di far credere la società più numerosa e più forte, di spaventare gli stessi governanti e i loro funzionari. Il segreto può essere diverso secondo i gradi. In questo senso più limitato le s. s. – che pure non mancavano nell’antichità classica (➔ ) – sono una caratteristica soprattutto dei secc. 18° e 19°, e più specialmente della prima metà di questo ultimo. Grande matrice, la Massoneria, radicale trasformazione di precedenti associazioni muratorie inglesi e tedesche: essa fornì il simbolismo, i riti, i gradi, la tendenza al proselitismo, la vaga aspirazione al miglioramento individuale e alla fratellanza fra gli uomini. Tali s.s. fiorirono specialmente in tre periodi: tra il 1799 e gli inizi del 1800, quando, dopo il colpo di Stato del 18 brumaio, da un lato in Francia i vecchi giacobini e repubblicani intransigenti videro con orrore che la Repubblica stava per mutarsi in impero dando vita alle società degli Adelfi e dei Filadelfi; e dall’altro lato in Italia i patrioti si sentivano delusi delle promesse d’indipendenza e di unità dei francesi; dopo il 1814-15, allorché, di fronte alla coalizione degli assolutismi, liberali, democratici e protosocialisti di ogni parte d’Europa tesero a stringersi in organizzazioni politiche segrete e a collegarle fra di loro; dopo il 1830, infine, allorché la rivoluzione di luglio apparve imbrigliata e arrestata nei suoi sviluppi europei dalla politica di Luigi Filippo. Esse reclutavano particolarmente fra i militari e gli impiegati, elementi della media e piccola borghesia, spesso destituiti o mandati a riposo innanzi tempo, e fra gli studenti. Talora anche fra gli stessi elementi del clero. Il programma variava secondo i gradi e secondo i luoghi; generalmente oscillava fra un minimo consistente in una qualsiasi parvenza di regime costituzionale rappresentativo con libertà di stampa e controllo parlamentare, e un massimo implicante la repubblica democratica unitaria: è il caso, questo, della mazziniana Giovine Italia (1831). Comune a tutte le s.s. era poi il principio dell’assoluta indipendenza dallo straniero. Esse però potevano diffondersi soprattutto quando il governo era debole, la polizia male organizzata, la burocrazia indisciplinata, come nel regno di Napoli e nello Stato pontificio. Talora esse cambiavano nome, statuti, cifrario, come in Romagna, per sfuggire alle indagini della polizia, o amavano assumere in ogni singolo posto nomi rievocanti l’antichità classica, come nelle Puglie. In generale però la loro azione e la loro importanza non va sopravvalutata. Si devono però alle s.s. le rivoluzioni di Napoli e del Piemonte nel 1820-21 (➔ ), e in parte almeno quelle di Spagna e di Grecia, il tentativo dei decabristi in Russia nel 1825 e le insurrezioni del 1830-31 (➔ ) in Francia, Belgio, Italia, Polonia. Ma proprio in queste rivoluzioni apparvero gli elementi di debolezza delle s.s., la scarsa aderenza con la massa della popolazione, l’incapacità d’assurgere dalla concezione settaria alla più ampia visione degli interessi generali. In Italia le s. s. parvero impersonarsi nella Carboneria, probabile scissione dalla massoneria asservita ai francesi, sul modello forse di una analoga scissione già avvenuta nella stessa Francia fra bonapartisti e repubblicani intransigenti. A darle vita si unirono dal 1806 in poi, nel Mezzogiorno d’Italia, gli elementi più disparati d’opposizione, patrioti, liberali, reazionari. I governi reazionari cercarono di contrapporre s.s. a s.s., e diedero vita a vere bande di malfattori protetti dall’impunità, quali i calderari e i decisi nel regno di Napoli, e i centurioni nello Stato pontificio. Caratteristica la s. s. dei concistoriali, pure in quest’ultimo Stato, favoriti dallo stesso governo papale, col programma di cacciare gli austriaci dall’Italia: risposta della Curia alle mire austriache sulla Romagna. In Francia, carattere legittimista in senso napoleonico ebbe la Spilla nera, che si proponeva di preparare il trono al giovane figlio di Napoleone I, il duca di Reichstadt. Quanto all’internazionalismo delle s. s., esso è stato molto esagerato; esse restarono regionali o nazionali, e i loro capi cercarono di accordarsi in un centro internazionale, come Parigi o Ginevra, sopra un programma internazionale che non ebbe mai neppure un principio d’attuazione. Giuseppe Mazzini, che ben comprese gli elementi di debolezza delle vecchie s. s., cercò di imprimere loro nuova vita, anche nel campo dell’organizzazione internazionale, ma anche il suo tentativo può dirsi fallito. L’attività politica delle s. s. non è del tutto cessata neppure nel 20° secolo: la Mano nera sorse in Serbia (1911) con un programma panslavista; la Thule (1918) fu una delle componenti all’origine del movimento nazionalsocialista; negli stessi Stati Uniti sono fiorite s.s. d’ogni specie, tra cui quella razzista e violenta del Ku-Klux Klan; in Italia, la loggia coperta P2 (1969), facente capo a L. Gelli e al centro di molte delle trame più oscure della Repubblica.
Costituiscono un caso particolare di organizzazione sociale che in diversi luoghi, come nelle regioni dell’Africa occid., centrale e del golfo di Guinea, e in diverse epoche, hanno storicamente un ruolo molto rilevante sul piano politico, economico e culturale soprattutto tra le società organizzate senza uno Stato, dove costituiscono un elemento di coesione «nazionale» e trasversale tra segmenti, clan o villaggi. Diversi e variegati sono i ruoli che ricoprono all’interno delle rispettive società: oro (Nigeria), nkamba, nkanda, nkimba (Congo) rivestono un ruolo puramente religioso come custodi del culto; associazioni sacerdotali sono homowo, oyeni (Ghana), ikung, malanda, nda (Congo); custodi dei tabù e delle leggi sono i banban, sande (Sierra Leone), mwaungu, ngi (Congo); di mutuo soccorso sono le s.s. ndembo, mukanda (Congo), tilang, yassi (Sierra Leone), dus (Burkina Faso), zangbeto (Benin); di purificazione sono l’apowa, humoi (Ghana), chibados (Angola) ecc. In epoca più recente si sono sviluppate anche s.s. di tipo prettamente politico: epe, idiong (Nigeria); andomba, kono (Sierra Leone); bweti (Congo); commerciale: bakelebroa (Congo), kambonbonke (Sierra Leone), miwetyi (Congo); i «war clubs» come abam, eku-meku (Nigeria), ekongola (Camerun). Infine organizzazioni che non sono più complementari all’organizzazione sociale (per es. segmentaria, clanica ecc.), ma rispondono a logiche del tutto contestuali e attuali, finanche criminali (e che hanno spesso nomi di animali) sono: human baboon, human leopard, boa e panther societies (Nigeria-Camerun-Congo).
Esse erano di vario tipo: in generale, quando queste associazioni avevano un carattere religioso erano chiamate propriamente jiaomen. Esistevano poi confraternite segrete, le huitang, che i membri della élite confuciana tradizionale definivano utilizzando l’attributo fei «bandito» (tufei «banditi rurali», huifei «banditi delle confraternite segrete» ecc.). Sette religiose e confraternite segrete, pur avendo caratteristiche diverse, apparivano legate alla stessa cultura popolare. Le jiaomen, diffuse soprattutto nella Cina del Nord, avevano un carattere eminentemente magico-religioso e millenaristico: conservavano finalità religiose anche quando animavano le ribellioni, ma di solito si presentavano con il volto pacifico di associazioni tollerate dalle autorità; il loro pensiero era influenzato dalla tradizione millenaristica del Loto bianco (frutto del sincretismo tra una radice buddhista, elementi taoisti e credenze popolari). Solo in periodi di acuta crisi sociale le jiaomen riuscirono ad attrarre un maggior numero di adepti o a guidare ribellioni come quella dei Boxer (1900). Al contrario le huitang (come la Sandianhui, Triade, fondata probabilmente nel 1761) avevano un carattere esplicitamente politico-sociale; rappresentavano una componente fondamentale della società, pur essendo presenti in aree limitate, come nella Cina meridionale e in Asia sudorientale. Le huitang furono organizzazioni protonazionali, avendo come obiettivo principale il cambio dinastico nella Cina imperiale. Successivamente assunsero il ruolo di società di mutuo soccorso, attraendo soprattutto gli elementi marginali della società cinese.