serpentino geologia In mineralogia, nome sotto cui vengono raggruppate diverse modificazioni polimorfe del composto Mg3(Si2O5)(OH)4 monoclino, che hanno un colore vario, con predominanza verdastra, lucentezza madreperlacea o resinosa. Si distinguono 3 modificazioni principali: il crisotilo, in fibre sericee (s. fibroso), la lizardite, in lamelle pseudoesagonali, e l’antigorite, in scagliette a contorno rettangolare (s. lamellare).
Il s. è un comune prodotto di trasformazione dell’olivina e costituisce il componente fondamentale delle rocce metamorfiche di composizione ultrabasica conosciute sotto il nome di serpentiniti. Oltre che da s., le serpentiniti sono costituite da altri minerali come olivina, bronzite, diopside, diallagio, orneblenda, clorite, granati ecc.; si presentano con una struttura compatta o feltriforme, di colore verde in vari toni o talvolta rosso, giallastro fino a bruno. Derivano da rocce eruttive ultrabasiche come peridotiti e pirosseniti per alterazione dell’olivina e talvolta degli anfiboli o dei pirosseni in serpentino. Si rinvengono in diverse catene montuose nei cosiddetti complessi ofiolitici, i quali costituiscono antichi lembi di crosta oceanica. In Italia sono diffuse nell’Appennino settentrionale e nelle Alpi occidentali e centrali, dove però hanno subito un’intensa azione metamorfica e si sono trasformate in serpentinoscisti, cioè scisti in cui il s. è il componente principale. Frequenti in Italia nelle Alpi, i serpentinoscisti comprendono diverse varietà a seconda del tipo della roccia originaria. Alcuni tipi, più facilmente divisibili in lastre, sono adoperati per la copertura dei tetti in sostituzione delle ardesie. tecnica Tipo di archibugio (detto anche draghetto) del 15° sec. nel quale la miccia era portata a contatto della polvere contenuta nel bacinetto mediante la rotazione di un braccio (foggiato in forma di serpente o di drago) applicato stabilmente sul fianco dell’arma.