sapienza Saggezza nel giudicare e nell’operare, sia su un piano etico, sia sul piano della vita pratica.
Nella religione cristiana, uno dei sette doni dello Spirito Santo e uno degli attributi di Dio, che si rispecchia nella persona del Figlio. Libro della S. Libro deuterocanonico dell’Antico Testamento, appartenente al genere didattico-poetico. Scritto originariamente in greco, il suo titolo nei Settanta è Σοϕία Σαλωμῶνος, nelle versioni latine Liber Sapientiae o Sapientia. È diviso in 19 capitoli, che possono raggrupparsi in tre sezioni: 1-5, incitamento a praticare la giustizia; diversa retribuzione ultraterrena per i buoni e per i malvagi; 6-9, spiegazione del concetto di s., a nome di Salomone; 10-19, azione della s. nella storia, in quella d’Israele e in quella di Canaan e d’Egitto, dettagliato studio del politeismo e dell’idolatria egiziani, delle loro origini e delle loro aberrazioni, in confronto con la purezza del monoteismo ebraico, paragone tra Israeliti ed Egiziani e ricordo dell’uscita degli Ebrei dall’Egitto. Elementi interni mostrano che il libro si rivolgeva ai Giudei emigrati in Egitto, nell’intento di rafforzare la loro fede, anche in vista delle persecuzioni cui erano sottoposti. L’autore, che s. Girolamo riteneva essere Filone di Alessandria, sembra piuttosto un giudeo, forse alessandrino, che ben conosce la lingua e il pensiero ellenistici; le allusioni alle persecuzioni fanno proporre per la datazione dell’opera i regni di Tolomeo Alessandro (106-88 a.C.) e di Tolomeo Dioniso (80-52 a.C.). Il Libro è incluso, con Proverbi, Ecclesiaste, Ecclesiastico, Giobbe, Cantico dei Cantici, Salmi, nel novero dei Libri sapienzali, così denominati in età cristiana per il fatto che trattano di s., nel senso di arte del giudicare rettamente e dell’agire opportunamente sul piano pratico.
Per letteratura sapienziale si intende il complesso degli scritti che contengono massime, proverbi, sentenze, precetti a guida del comportamento morale o anche della vita pratica.