(ebr. Iyyōb)
Protagonista dell’omonimo libro dell’Antico Testamento, menzionato anche in altri passi biblici come esempio di virtù e di pazienza.
Il Libro di G., che appartiene ai Kĕtūbīm o Agiografi, si può dividere in 5 parti. Nel prologo in prosa (cap. 1-2) si narra come G. sia un uomo onesto e agiato; Dio permette a Satana di porlo alla prova ed egli viene colpito prima nei beni e nella famiglia, poi nella sua stessa persona, attraverso una ributtante malattia. Segue una discussione in versi (cap. 3-31) tra G. e tre amici venuti a trovarlo (Elifaz, Baldad, Sofar): gli amici, che parlano nell’ordine in tre cicli (solo nel terzo ciclo manca il discorso di Sofar, e quindi si suppongono alterazioni nel testo), sostengono che il dolore deve essere conseguenza della colpa; G., che pur sopporta le sofferenze, nega tuttavia di aver peccato e afferma la propria innocenza. Interviene un nuovo personaggio, Eliu (cap. 32-37), il quale illumina un altro aspetto del problema: il dolore ha la funzione di preservare dal peccato e di purificare. Dio stesso si rivela in una nuvola (cap. 38-41) ed espone la sua onnipotenza e la saggezza della sua creazione: come può G. arrogarsi a giudice di un’opera tanto al disopra della sua comprensione? G. confessa la sua ignoranza. Il libro si conclude con un epilogo (cap. 42), di nuovo in prosa, che mostra come G., il quale ha sopportato e si è umiliato, sia ricondotto alla salute e alla prosperità antica. Anticipazione della passione e del trionfo di Cristo, la figura di G. è presente fin dalle primissime espressioni nell’arte cristiana.
medicina Sindrome di G. Complesso di manifestazioni cliniche determinate da gravi infezioni ricorrenti che interessano soprattutto la cute, il tessuto sottocutaneo e l’apparato respiratorio, e sono sostenute in larga misura da Staphylococcus aureus e da Haemophilus influentiae. La sindrome è così denominata per evidenziare le continue sofferenze che i pazienti debbono sopportare, analogamente al personaggio biblico. È considerata una forma mite della sindrome da iper-Ig E, perché una delle sue caratteristiche biologiche consiste in un’attivazione di linfociti B che producono un’altissima quantità di anticorpi Ig E.