Il pianeta rosso
Marte ha da sempre attirato l’attenzione dell’uomo perché è il pianeta a noi più vicino e perché assomiglia sia alla Terra sia alla Luna. La sua superficie è rossa, per la presenza di minerali ferrosi, e un tempo, oltre quattro miliardi di anni fa, c’era acqua allo stato liquido. Oggi le sonde inviate su Marte raccontano agli astronomi di una realtà ben diversa, inadatta a ospitare esseri viventi, come invece si credeva
un tempo
Marte è il quarto pianeta del Sistema Solare, in ordine di crescente distanza dal Sole: segue infatti Mercurio, Venere e la Terra stessa. Paragonato alla Terra, Marte è piuttosto piccolo: il suo diametro all’equatore è di 6.787 km, circa la metà di quello terrestre. L’orbita di Marte intorno al Sole è ellittica con distanza media di 228 milioni di chilometri. Per percorrere la sua orbita Marte impiega circa due anni, cioè 687 giorni. Il periodo di rotazione marziano, e cioè il giorno marziano, è invece assai vicino a quello terrestre: dura infatti 24h 379 220. L’asse attorno al quale ruota Marte è inclinato rispetto al Sole all’incirca come l’asse terrestre, quindi la successione delle stagioni su Marte, benché queste siano leggermente più lunghe, assomiglia a quella sulla Terra.
Visto che Marte è molto più piccolo della Terra, quando si è formato si è raffreddato molto rapidamente. I minerali ferrosi non hanno fatto in tempo a precipitare nel nucleo del pianeta, ma sono rimasti sulla superficie in percentuale superiore a quanto è avvenuto sulla Terra: col tempo, a contatto con l’ossigeno e con il vapore acqueo presente nell’aria, si sono ossidati, diventando rossi. Insomma, potremmo dire che Marte è un pianeta ‘arrugginito’.
Intorno a Marte girano due piccole lune, Phobos e Deimos, scoperte nel 1877.
Sulla superficie di Marte sono ancora ben visibili i segni lasciati dall’acqua allo stato liquido: canali con affluenti, fondi di laghi asciutti con depositi di detriti portati dai fiumi, pezzi di scarpate continentali generate dal moto ondoso dell’Oceano Boreale. Una parte di Marte è più liscia dell’altra proprio perché un tempo era il fondo dell’antico oceano marziano. Un’altra prova dell’esistenza dell’oceano è la scarpata di circa 8 km di altezza che separa dai terreni circostanti il Monte Olimpo, il più grande vulcano del Sistema Solare, alto 27 km e con un diametro alla base di 600 km. La scarpata è stata scavata con ogni probabilità dal moto ondoso. Gli astronomi sono comunque abbastanza sicuri che da circa 4 miliardi di anni su Marte non ci sia più acqua allo stato liquido.
Su Marte non piove da vari miliardi di anni, la temperatura media è inferiore a quella terrestre, ed è molto alta la variazione di temperatura tra giorno e notte: durante l'estate la temperatura superficiale delle zone equatoriali raggiunge 25 °C, mentre nella notte cade rapidamente a circa -70 °C. Marte è circondato da una tenue atmosfera formata quasi esclusivamente di anidride carbonica (CO2) e la pressione al suolo è circa 1/150 di quella esercitata dall’atmosfera terrestre. Nonostante la rarefazione dell’atmosfera, sul pianeta i venti possono raggiungere grandi velocità, grazie alla bassa gravità (è solo il 38% di quella terrestre), e sollevare nubi di polvere che danno origine a vere e proprie tempeste di sabbia. Lo spostamento della sabbia modifica le caratteristiche geologiche del pianeta.
Per lungo tempo l’uomo ha fantasticato l’esistenza di forme di vita aliena su Marte. Queste idee furono a un certo punto sostenute da alcune osservazioni fatte alla fine dell’Ottocento dall’astronomo Giovanni V. Schiaparelli, che misero in evidenza strutture particolari sulla superficie del pianeta, i cosiddetti canali, i quali furono erroneamente interpretati come opera di esseri intelligenti. In realtà, ricerche successive hanno mostrato che questa rete di solchi era dovuta a effetti degli strumenti con cui si osservava il pianeta.
Oggi possiamo affermare con relativa certezza che non ci sono forme di vita intelligente, anche se lo studio di meteoriti marziane non ha ancora permesso di escludere completamente l’ipotesi che su Marte esistano forme di vita non evolute al di sotto della crosta del pianeta.