Nella tecnica fotografica e cinematografica, sempre sinonimo di film, prodotto impiegato per la ripresa e la proiezione delle immagini. Schematicamente, la p. è costituita da uno o più strati di emulsione sensibile alla luce, depositati sopra un supporto trasparente generalmente flessibile; in forma di lungo nastro, o striscia, di spessore molto sottile (intorno al decimo di mm), contiene, in singoli fotogrammi successivi, le immagini latenti dei soggetti ripresi mediante la macchina fotografica o cinematografica, registrandone i soli livelli tonali (p. in bianco e nero) o le relative differenze cromatiche (p. a colori). Mediante i successivi trattamenti di laboratorio, di sviluppo e di fissaggio della p., tali immagini sono rese visibili e permanenti, adatte o per la loro stampa (p. negativa, per lo più fotografica, ma anche cinematografica, che presenta valori tonali invertiti e colori complementari dell’immagine, rispetto a quelli del soggetto), o per la loro proiezione (p. positiva e p. invertibile, per cinematografia e per diapositive in fotografia, con colori e toni fedeli all’originale). Particolari p. trovano impiego in settori specialistici differenziati, come: la p. fotomeccanica, usata per scopi grafici nella riproduzione di disegni o testi e per l’elaborazione di immagini (anche a colori), caratterizzata da contrasto molto elevato; la p. lith, ad altissimo contrasto (tale da escludere la presenza di mezzi toni), usata esclusivamente nelle arti grafiche; la p. per infrarosso, con sensibilità dell’emulsione spostata verso le radiazioni con lunghezza d’onda fino a 1500 nm, impiegata in vari settori di fotografia scientifica; la p. radiografica, di tipo piano, per apparecchi di radiodiagnostica ecc.