orsi, panda e orsetti lavatori
Nel mondo dei plantigradi
La famiglia degli Ursidi comprende i più grossi rappresentanti dell’ordine dei Carnivori, caratterizzati però da una dieta assai varia, dove spesso prevale la componente vegetale. Si tratta di animali plantigradi, ovvero che poggiano l’intera pianta del piede sul terreno, diversamente dalle altre famiglie di Carnivori e da molti altri Mammiferi. Una famiglia vicina agli Ursidi è quella dei Procionidi, animali più piccoli e forniti di coda, largamente diffusi nel Nuovo Mondo
Spesso viene fatta confusione sulla parola carnivoro. Usata come aggettivo, si riferisce agli animali che si nutrono prevalentemente di altri animali. In questo senso, il termine si applica bene a lupi, leoni, avvoltoi e aquile, ma anche ai delfini, che consumano pesci, e alle libellule, che divorano mosche. Invece, la parola onnivoro si usa per indicare una dieta assai varia, dove le diverse componenti, compresa quella vegetale, sono ben rappresentate.
Nella sistematica zoologica, però, il termine Carnivori è stato scelto come nome di un ordine di Mammiferi, quello che comprende lupi, orsi, gatti, iene, manguste, visoni e tanti altri. Tutti questi animali possiedono diverse caratteristiche in comune, come la struttura del cranio e dei denti, e discendono da un unico progenitore. In questo caso, non si tratta più di un aggettivo ma di un nome che rappresenta circa 250 specie, con svariati adattamenti all’ambiente e un’alimentazione variabile. Non bisogna dunque stupirsi se il panda, pur appartenendo all’ordine dei Carnivori, è prevalentemente un erbivoro e se l’orso bruno è ghiotto di miele.
Le famiglie degli Ursidi e dei Procionidi vengono trattate insieme perché, oltre a presentare affinità più o meno strette, sono state oggetto di una notevole confusione. In particolare, il panda minore è stato inizialmente assegnato agli Ursidi, poi a una famiglia a sé stante e in seguito ai Procionidi. Attualmente la sua posizione sistematica è ancora discussa.
La forma plantigrada dei piedi, caratteristica in comune tra gli Ursidi, è probabilmente associata alle grandi dimensioni. Infatti, si nota una tendenza alla plantigradia anche in altri Mammiferi di grossa taglia o comunque pesanti. La plantigradia permette agli orsi di alzarsi sulle zampe posteriori, postura che assumono spesso sia per giocare e combattere tra loro, sia per incutere maggiore paura a un eventuale aggressore, come la tigre o un branco di lupi. Infatti, non è raro che predatori di specie diversa si affrontino per disputarsi una preda o una carogna.
Altra caratteristica degli orsi è la dentatura fornita di un numero elevato di denti (quarantadue), con quattro premolari sia sopra sia sotto, due molari superiori e tre inferiori. Ciò è in linea con la loro dieta onnivora, se pensiamo che i Felidi, Carnivori più specializzati, hanno denti meno numerosi ma particolarmente efficienti per sgozzare le prede. Le zampe degli orsi sono dotate di unghie grosse e appuntite che rappresentano una formidabile arma di difesa, considerando anche la forza dei loro colpi.
Gli orsi sono animali territoriali e solitari. I maschi si accoppiano in modo poligamo con le femmine che incontrano. Dopo l’accoppiamento maschio e femmina si separano e mamma orsa porta avanti da sola l’allevamento dei piccoli. Essendo privi di istinto paterno, i maschi rappresentano un pericolo per i loro stessi figli e le femmine devono spesso difendere i cuccioli dal loro appetito. L’organo di senso più sviluppato è senza dubbio l’olfatto, come si può dedurre dal muso prominente e dalle larghe narici. La vista è carente e in alcune specie è molto debole.
Gli orsi attualmente viventi appartengono a otto specie, sparse nei diversi continenti, eccetto l’Africa e l’Australia. La specie più settentrionale è quella dell’orso bianco o polare (Ursus maritimus): è diffuso intorno al Polo Nord ed è legato alle comunità biologiche del mare. Infatti, la sua alimentazione si basa sulle foche, che a loro volta si nutrono di pesci, crostacei e molluschi marini.
L’orso più diffuso sul Pianeta è senza alcun dubbio l’orso bruno (Ursus arctos), che vive in gran parte dell’Eurasia e dell’America Settentrionale. Si trova soprattutto in foreste di conifere e di latifoglie ma può frequentare anche la tundra, soprattutto in estate, e le zone rocciose e impervie, anche aride, del Medio Oriente e dell’Asia centrale. La sua dieta è molto ricca e comprende animali morti, erbe, frutti, castagne e faggiole (i frutti del faggio). Inoltre, apprezza molto il miele e devasta gli alveari, incurante delle punture delle api. Pochi sanno che gli orsi consumano anche una grande quantità di formiche, termiti e larve di insetti che cercano scavando nel terreno o nei tronchi marcescenti.
Là dove esiste la migrazione stagionale dei salmoni, come nei torrenti di montagna del Nord, l’orso bruno si improvvisa anche pescatore. Una delle sottospecie nordamericane dell’orso bruno è il grizzly (Ursus arctos horribilis), che spesso aggredisce l’uomo. Nell’America Settentrionale vive anche l’orso nero o baribal (Ursus americanus), più comune e meno aggressivo. Nelle montagne delle Ande troviamo invece l’orso dagli occhiali (Tremarctos ornatus), chiamato così perché presenta una mascherina chiara sugli occhi. Nell’Asia meridionale vivono tre specie: l’orso dal collare (Ursus thibetanus), diffuso dalle montagne dell’Himalaya alle foreste dell’Indocina, possiede una pelliccia nera e folta, con una stria chiara ad angolo sul petto; l’orso malese (Helarctos malayanus) abita le foreste tropicali umide e ha il pelo raso, scuro e lucido; l’orso labiato (Melursus ursinus), specie indiana, ha una vista molto debole e si nutre principalmente di termiti e formiche.
Il panda maggiore (Ailuropoda melanoleuca) merita un discorso a parte. Si tratta di una specie molto rara e localizzata che vive esclusivamente nelle foreste di montagna della Cina interna e si nutre soprattutto di foglie di bambù. Ha un carattere molto tranquillo e un’inconfondibile livrea bianca e nera.
Essendo una specie in pericolo di estinzione, il panda maggiore è stato scelto come simbolo del WWF (World wildlife fund) e ha raggiunto una straordinaria notorietà: ogni volta che un piccolo panda nasce in uno zoo, l’evento viene ricordato da giornali e televisioni. Infatti, la riproduzione in cattività del panda maggiore è particolarmente difficile da ottenersi, e anche questo fatto rende problematica la sua conservazione.
Una caratteristica curiosa del panda maggiore è la presenza di un finto pollice, ovvero uno spuntone osseo del polso che permette a questo animale di afferrare le canne di bambù.
Un altro strano animale è il panda minore (Ailurus fulgens), anch’esso presente nelle foreste di montagna della Cina, ma caratterizzato da una pelliccia rossa e da una folta coda anellata. La sua posizione sistematica è controversa: oggi molti pensano che sia un procionide.
I Procionidi comprendono 20 specie di Carnivori di medie e piccole dimensioni, tutti provvisti di coda e diffusi sia nell’America Settentrionale sia nell’America Meridionale. Solo il panda minore, come abbiamo visto, vive in Cina. La maggior parte dei Procionidi possiede un muso appuntito e una coda segnata da anelli scuri. Spesso i Procionidi hanno una mascherina nera sugli occhi e dita molto abili sia nell’arrampicarsi sia nel manipolare oggetti.
Il rappresentante più famoso è il procione (Procyon lotor), detto anche orsetto lavatore. Tale nome deriva dal fatto che questo animale è stato spesso osservato mentre immerge un oggetto (per esempio una mela) in acqua prima di mangiarlo. Molto intelligente e curioso, questo animale onnivoro si intrufola spesso nelle case di campagna degli Stati Uniti, dove compie razzie di cibo, essendo capace di aprire scatole, lattine e sportelli degli armadi!
Molto particolare è il cercoletto (Potos flavus), piccolo carnivoro arboricolo che vive nelle foreste tropicali dell’Amazzonia e dell’America Centrale. È l’unico carnivoro provvisto di una coda prensile, particolarità che gli consente di aggrapparsi saldamente ai rami degli alberi come una scimmia.