Nella tecnologia tessile, operazione consistente nel disporre l’uno vicino all’altro, svolgendoli dai rispettivi rocchetti, tutti i fili necessari per formare l’ordito di un tessuto nella larghezza (o più propriamente altezza) voluta, e nell’avvolgerli sul subbio destinato al telaio; è effettuata con l’orditoio. L’o. si compone di 3 operazioni fondamentali: a) imbancamento, introduzione dei rocchetti nella cantra secondo l’ordimento; b) svolgimento dei fili componenti le singole portate e loro avvolgimento sui subbielli o sull’aspo; c) riunione dei subbielli o piegatura dei fili sull’aspo, per formare il subbio da destinare alle operazioni successive (alimentazione del telaio per la tessitura, delle macchine per maglieria, delle macchine tufting ecc.). Il numero dei fili che compongono un tessuto può essere ragguardevole; in certe stoffe di seta si può giungere sino a 300 fili al centimetro. Non è materialmente possibile svolgere simultaneamente il filo da un così grande numero di rocchetti e pertanto l’o. deve essere fatta in due modi: a sezioni oppure a frazioni (o a cilindri o a strati). L’o. a sezioni è tipica per la seta e per i fili artificiali e sintetici di titolo sottile; in questo caso l’operazione non consente grandi lunghezze nelle catene. L’o. a frazioni è invece tipica per il cotone e per talune categorie di tessuti di lana e di raion le cui catene debbono essere imbozzimate. Un procedimento denominato stiro-orditura è utilizzato per produrre subbi di ordito e subbielli da destinare alla tessitura o alla maglieria in catena, partendo da confezioni di filo sintetico continuo non stirato (o stirato solo parzialmente). Con questo procedimento, limitato ai soli fili sintetici, si ottengono i seguenti vantaggi: un trattamento termico e una tensione uniforme dei fili su tutta la lunghezza dell’ordito, una sensibile riduzione delle rotture dei fili e una riduzione dei costi di trasformazione.
Nelle costruzioni edili, l’insieme degli elementi portanti di un solaio; in particolare, si parla di grossa o. e piccola o. per indicare, rispettivamente, l’insieme delle travi principali e di quelle secondarie di sostegno del manto di copertura dei tetti; o. alla piemontese , o. alla lombarda, particolari tipi di disposizione delle travature principali dei tetti.