BOURRIAUD, Nicolas
Teorico e curatore di mostre francese, nato a Niort il 1965. Tutta la sua attività è contraddistinta dalla volontà di conciliare in modo coerente aspetti teorici e curatoriali rimanendo sempre attivo su entrambi i fronti. Il merito internazionalmente riconosciuto di B. è quello di formulare delle teorie a partire (anche) dall’assidua frequentazione degli artisti più innovatori. Tra le pubblicazioni che perseguendo tale obiettivo hanno avuto maggiore importanza e risonanza internazionale, occorre segnalare Esthétique relationnelle (1998; trad. it. 2010), Formes de vie. L’art moderne et l’invention de soi (1999; trad. it. 2015), Postproduction (2002; trad. it. 2004) e Radicant. Pour une esthétique de la globalisation (2009; trad. it. 2014).
Ha iniziato la sua attività come critico d’arte contemporanea nella seconda metà degli anni Ottanta scrivendo su alcune testate internazionali d’informazione sull’arte quali «Flash art international», «Art press», «Beaux arts magazine» e, dal 1992, per la rivista «Documents sur l’art» da lui fondata e diretta. All’inizio degli anni Novanta ha mosso i primi passi nell’ambito dell’organizzazione espositiva curando una delle sezioni della mostra Aperto della Biennale di Venezia del 1993. Le mostre più significative nell’ottica del dialogo tra proposta artistica e attività teorica sono state Traffic (1996) al CAPC Musée d’art contemporain de Bordeaux, Touch. Relational art from the 1990s to now (2002) al San Francisco art institute, la Biennale di Lione (2005, insieme a Jérôme Sans), la prima e la seconda edizione della Biennale di Mosca delle quali è stato cocuratore (2005, 2007). Di fondamentale importanza è stata anche l’attività svolta presso il Palais de Tokyo (dove B. ha ricoperto la carica di direttore della progettazione dal 1999 al 2006) accanto a Sans, non solo per la qualità delle mostre organizzate, ma per la sperimentazione di nuovi modelli di gestione dei musei contemporanei. Dal giugno del 2007 fino alla fine del 2009 è stato Gulbenkian curator per l’arte contemporanea alla Tate Britain di Londra, con l’incarico di curare la Tate Triennial (apertasi nella primavera del 2009), occasione nella quale B. ha coniato il termine Altermodern per definire la reazione dell’arte e degli artisti alla standardizzazione e alla commercializzazione della società attuale e, in senso lato, al postmodernismo. Dal 2011 è stato nominato direttore dell’École nationale supérieure des beaux-arts di Parigi. Nel 2014 ha curato la Biennale di Taipei (v. anche estetica relazionale e postproduzione).