Nome d’arte di artista italiana (n. Catania 1972). Cresciuta in Sicilia, si forma artisticamente tra Londra e Milano, divenendo una delle pioniere e principali protagoniste della street art in Italia. Il primo vero contatto con il mondo dell’arte urbana lo riceve a Londra, dove si trasferisce negli anni Novanta iniziando a lavorare nel mondo della grafica e della pubblicità. Nella capitale inglese conosce l’artista italiano Bo130 che la introduce nell’ambiente dei graffiti e con cui inizia a sperimentare i codici espressivi e gli strumenti che caratterizzano l’arte di strada sul crinale del decennio dei Novanta. Fondamentale, durante il soggiorno londinese, è la conoscenza del lavoro dell’artista inglese Chris Ofili, esponente della YBA (Young British Art), da cui M. trae una decisa influenza sul piano della ricerca stilistica. L’esperienza come grafica e illustratrice per alcune agenzie pubblicitarie le fanno maturare un’idea molto negativa sulle modalità di creazione e sulle finalità delle immagini promozionali disseminate nello spazio urbano, a cui prova a rispondere per contrasto attraverso la diffusione del proprio logo, quale rappresentante dell’unicità del suo essere, inconsumabile e non acquistabile. Nel 2000 M. e Bo130 si trasferiscono a Milano, dove sono tra i primi a utilizzare con frequenza medium come sticker, stencil e poster, all’epoca innovative direzioni prese dall’arte di strada in Italia. In tale contesto la formazione dell’artista catanese raggiunge una prima maturazione e viene suggellata dalla nascita dello pseudonimo “Microbo”, che resterà tale fino a oggi. Con l’acquisizione di tale nome, ispirato quasi per gioco alla timidezza e alla struttura fisica esile dell’artista, si forma parallelamente un forte interesse per il mondo microbiotico, allargato metaforicamente ai contenuti della vita invisibile all’occhio umano, che riguarda anche lo spirito. L’apparato visivo nel lavoro di M. è caratterizzato da sottili filamenti e sembianze primordiali, disegnate con un tratto che unisce l’accuratezza scientifica alla fantasia creativa dei fumetti. All’interno di questo spaccato microscopico del mondo il microbo diventa una sorta di piccolo eroe positivo, pioniere e artefice della vita, simbolo della storia e della bellezza naturale nonché protagonista delle vicende su cui si snoda il lavoro dell’artista. La figura di M. ricopre un ruolo di primo piano nella fase iniziale della stagione della street art italiana, non solo quale fondamentale interprete di nuove tendenze di comunicazione ed espressione stradale ma anche nel ruolo di organizzatore/curatore di eventi chiave nel panorama dell’arte urbana italiana. Arteimpropria (2003) e Urban Edge show (2005), organizzate a Milano insieme a Bo130, sono due manifestazioni decisive per lo sviluppo della scena italiana e l’apertura del movimento al di fuori dell’ambiente ristretto dei praticanti, invitando l’opinione pubblica e le istituzioni, allora impegnate in una intransigente e insieme inconcludente battaglia contro i graffiti, a una più ampia presa di coscienza. La strada, ancora oggi, è la principale fonte di ispirazione del lavoro di M., la quale negli anni ha ampliato notevolmente le dimensioni dei suoi interventi nello spazio pubblico attraverso l’ausilio della pittura. Numerose le partecipazioni a mostre ed eventi nazionali e internazionali: particolarmente significativa è quella che la vede protagonista nel 2015 a Catania (Street art Silos), sua città natale, alle prese con l’alta parete di un grande silos per il grano sul quale dipinge il moto perpetuo di Scilla e Cariddi, i due mitici mostri marini che - contestualizzati nei modi figurativi dell’artista - acquisiscono le sembianze primordiali e filamentose di organismi microscopici in formato monumentale.