Pratica agraria che consiste nell’impiegare per la semina nelle regioni settentrionali sementi (di cereali ecc.) prodotte nei paesi meridionali. Prendendo semi, per es., di frumento da una regione dell’Italia centrale e riproducendo la pianta per alcuni anni di seguito nelle regioni più aride del Meridione e quindi utilizzando come semente nel luogo di origine i semi di queste piante, si nota un aumento del rendimento in confronto a un frumento riprodotto sempre in un luogo dell’Italia centrale. Questa maggiore produttività dipenderebbe dalla selezione naturale che si verifica nelle coltivazioni ripetute in un clima meno favorevole ed elimina gli individui più difettosi.