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Tesnière, Lucien Valérius

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Linguista francese (Mont-Saint-Aignan 1893 - Montpellier 1954). Studioso delle lingue slave, del tedesco e del francese, scrisse tra le altre opere Éléments de syntaxe structurale (post., 1959), grande opera che presenta una rifondazione completa della sintassi esemplificata in profondità sul francese e orizzontalmente su molte altre lingue.

Vita e opere

Prof. a Strasburgo e quindi, dal 1937, a Montpellier. Sulla sua formazione teorica influirono A. Meillet, Ch. Bally, il Circolo di Praga. Nella sua tesi del 1925 sul duale in sloveno collega all'analisi morfologica uno studio dialettologico che costituisce uno tra i primi e più importanti saggi di geografia linguistica per le lingue slave (le Tesi di Praga nel 1929 insisteranno sull'importanza di questo approccio). Lavori come la Petite grammaire russe (1934) e il Petit vocabulaire russe: I, Table sémantique (post., 1957), II, Table étymologique (post., 1970) compongono un metodo glottodidattico razionale e progressivo che s'ispira al principio di far corrispondere analisi grammaticali e lessicali alla grammatica e al vocabolario che vivono nello spirito dei parlanti. Anche la sua opera teorica principale - gli Éléments de syntaxe structurale, anticipati da Comment construire une syntaxe (1934), che tracciava già le linee secondo cui analizzare la struttura delle frasi di una lingua - è nata e nutrita dalla pratica pedagogica. In essa T. studia la strutturazione linguistica a fini comunicativi dell'avvenimento da esprimere, come si traduce nella connessione (e di conseguenza nelle funzioni) degli elementi dell'enunciato, e sviluppa quindi una critica della nozione tradizionale di parte del discorso, proponendo una nuova classificazione dei tipi di parole e di frasi in base alle funzioni sintattiche. Gli "stemmi" con cui T. rappresenta la struttura delle frasi hanno una forte somiglianza formale con gli "alberi" di Chomsky, e la sua "traslazione" svolge un ruolo simile alla "trasformazione" dello stesso Chomsky, ma la sua impostazione teorica è fondamentalmente diversa. Non a caso T., con J. O. H. Jespersen (cui è per molti versi affine), è ripreso dalle scuole francesi che nascono da una critica interna alla grammatica generativa.

Vedi anche
enunciato Nella logica, secondo la definizione classica, proposizione di cui ha senso dire che è vera o che è falsa. In un linguag­gio formale, per enunciato, s’intende una espressione chiusa, non contenente cioè variabili libere, che denoterà quindi uno dei due valori di verità, V (vero) o F (falso).  ● In linguistica, ... geolinguistica Corrente della linguistica, chiamata anche geografia linguistica o linguistica areale, caratterizzata dall’interesse per la distribuzione geografica dei fenomeni linguistici comuni alle diverse varietà di un dialetto o ai vari dialetti di un gruppo linguistico. Il fondatore di questo indirizzo di ricerca ... Antoine Meillet Meillet ‹mei̯è›, Antoine. - Glottologo francese (Moulins, Allier, 1866 - Châteaumeillant, Cher, 1936), allievo di F. de Saussure, prof. (1891) all'École des hautes études, dal 1906 al Collège de France. Nella storia della glottologia rappresenta la fase di transizione fra l'era dei neogrammatici e l'attuale. ... tedesco Il complesso dei dialetti della famiglia germanica occidentale, diffusa come lingua nazionale e ufficiale nelle attuali Germania, Austria e parte della Svizzera (➔ Germania).
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