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Le Corbusier

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Pseudonimo dell'architetto Charles-Édouard Jeanneret (La Chaux-de-Fonds, Neuchâtel, 1887 - Roquebrune-Cap-Martin 1965). Frequentata la scuola d'arte nella sua città natale, completò la sua formazione con viaggi di studio in Europa e nel Vicino Oriente che lo portarono in contatto con i maggiori architetti e movimenti artistici del tempo: a Vienna conobbe J. Hoffmann (1907); a Parigi, nel 1909, lavorò nello studio di A. Perret; in Germania, tra il 1910 e il 1911, si interessò all'organizzazione del Deutscher Werkbund, lavorò per P. Behrens a Berlino ed entrò in contatto con H. Tessenow. Tra il 1905 e il 1916, a La Chaux-de-Fonds, ebbe modo di costruire diversi edifici, tra cui la casa Schwob (1916). Stabilitosi definitivamente a Parigi nel 1917, iniziò a dipingere i primi quadri e nel 1918 fondò con il pittore A. Ozenfant il movimento purista (v. purismo). A partire dal 1920, nella rivista L'Esprit Nouveau, agli articoli sull'arte sostituì progressivamente quelli sull'architettura, rendendo noti i suoi maggiori manifesti teorici per il suo rinnovamento. Sono di quegli anni il Plan pour une ville contemporaine de 3 millions d'habitants, 1922; il libro Vers une architecture, 1923 (in cui, per la prima volta, usa il suo pseudonimo); L'art décoratif d'aujourd'hui, 1925; Urbanisme, 1925. Dal 1923, associatosi con il cugino P. Jeanneret, iniziò la fortunata attività di architetto a Parigi; le sue premesse teoriche trovarono pratica attuazione e campo di esperimento in una serie di edifici e di progetti di grande novità: gli studî per le case Citrohan, 1920-22; la casa Ozenfant, Parigi, 1922; le case Laroche e Jeanneret, Auteuil, 1923; il quartiere Frugès a Pessac, Bordeaux, 1925; il padiglione dell'Esprit Nouveau all'Exposition des Arts Décoratifs, 1925 (realizzazione di una cellula di base del suo Immeuble-villa proposto nel 1922); la casa Cook, Boulogne-sur-Seine, 1926; la villa Stein, Garches, 1927; le due case nel quartiere modello di Weissenhof, Stoccarda, 1927; la villa Savoye, Poissy, 1929-30. Ne discende la formulazione di alcuni principî che, fondamentali per l'opera di Le C., hanno avuto rilevante seguito nel Movimento Moderno: soppressione di ogni residua reminiscenza stilistica del passato; esaltazione delle forme geometriche semplici (cilindro, cubo, angolo retto), concezione della casa come strumento di abitazione (machine à habiter) e, soprattutto, pieno utilizzo delle nuove possibilità offerte dalle moderne tecniche di costruzione in cemento armato. "Cinque punti" (1926) caratterizzano la nuova architettura in opposizione a quella tradizionale: 1. adozione di pilotis, per lasciare libero il piano terra; 2. tetto-giardino, a sostituzione delle coperture a falda; 3. adozione della pianta libera, ormai svincolata dai vecchi muri portanti; 4. adozione di finestre continue ("finestra a nastro"); 5. facciata libera da ogni condizionamento strutturale (che resta affidato ai pilastri all'interno del fabbricato). Coerentemente all'intento di rendere l'intera vita umana consona ai tempi moderni, Le C. estese tali principî dalla singola unità d'abitazione all'intera organizzazione della città e del territorio. Negli anni tra le due guerre, propose una serie di piani urbanistici per le grandi metropoli del mondo: il Plan Voisin per Parigi nel 1925; gli studî per San Paolo in Brasile, Buenos Aires e Rio de Janeiro nel 1929; i piani per Algeri (1930-34), tra cui il Project Obus; il piano per Nemours in Algeria, 1933; la proposta urbanizzazione sulla riva della Schelda, Anversa, 1933; progetti per Barcellona, Montevideo, Zlin, ecc. Alla formulazione di tali piani, spesso non legati a una relativa committenza, concorse dal 1928 il ruolo che nel frattempo Le C. aveva assunto sul piano internazionale in seguito alla fondazione, da lui promossa con S. Giedion e H. de Mandrot, del CIAM (Congrès international d'architecture moderne). Per il CIAM contribuì alla redazione della Carta di Atene (1934), uno dei più noti manifesti dell'architettura del Movimento Moderno; attraverso i libri La ville radieuse (1935) e Les trois établissements humains (1945), propose nuovi principî secondo cui riorganizzare l'abitato e il territorio. Negli stessi anni, provvide a propagandare le sue idee attraverso progetti, la costante partecipazione ai maggiori concorsi banditi e importanti incarichi per edifici pubblici: progetto per la sede della Società delle Nazioni, 1927; la Cité de Refuge, Parigi, 1929; il palazzo del Centrosoyuz, Mosca, 1929-30; progetto per il palazzo dei Soviet, Mosca, 1931; il padiglione svizzero nella Città Universitaria, Parigi, 1930-32; il ministero dell'Educazione e sanità, Rio de Janeiro, 1936-45; progetto per il grattacielo per il quartiere della Marina, Algeri, 1938-42; progetto per la sede dell'ONU, New York,1947. Tra il 1942 e il 1948 Le C. elaborò il modulor (v.), nuova scala di proporzioni che è alla base delle grandi costruzioni del dopoguerra: dall'unità di abitazione di Marsiglia (1947-52) a quelle realizzate pochi anni dopo a Nantes-Rezé, Berlino, Briey-en-Forêt. Altre grandi creazioni del periodo furono: il piano regolatore della nuova città di Chandigarh, con M. Fry e J. Drew (1952-65), e la relativa costruzione, su suo progetto, di gran parte degli edifici rappresentativi: il palazzo di Giustizia, il Segretariato, il Parlamento, il palazzo del Governatore. In queste opere, così come in quelle eseguite successivamente, divennero evidenti i nuovi interessi di Le C. verso il contenuto emotivo e simbolico dell'edificio e verso un'architettura che privilegia i valori plastici tridimensionali sulle superfici piane. Esemplari di questa fase sono: la cappella di Notre-Dame-du-Haut, Ronchamp, 1950-54; il convento La Tourette, Eveux-sur-Arbresle, 1952-56; la casa Jaoul, Neuilly, 1954-55; la sede dell'associazione dei filatori e il museo, Aḥmadābād, 1952-57; il Museo d'arte occidentale, Tokyo, 1957-59; il padiglione del Brasile nella Città universitaria, Parigi, 1957-59; il Carpenter centre for the visual arts, Cambridge (Mass.), 1961-64; i progetti per il centro Olivetti di Rho, 1963-65, per il palazzo dei Congressi di Strasburgo, 1964, e per il nuovo ospedale di Venezia, 1965. Nel 1966 uscirono postumi due suoi scritti: Voyage en Orient (1911) e Mise au point (1965). ▭ Tav.

Vedi anche
CIAM Sigla dei Congrès Internationaux d’Architecture Moderne, fondati nel 1928 presso il castello di H. de Mandrot a La Sarraz in Svizzera. Fino al 1959 furono lo strumento più valido ed efficace per la diffusione e discussione delle idee architettoniche e urbanistiche che hanno caratterizzato lo sviluppo ... Pierre Jeanneret Architetto svizzero (Ginevra 1896 - Thône, Ginevra, 1967). Cugino di Le Corbusier, aprì con lui uno studio a Parigi nel 1922 avviando da allora una stretta collaborazione. Nel 1944 aprì un suo studio a Grenoble, dedicandosi prevalentemente al problema della prefabbricazione di case unifamiliari e alla ... L’ Esprit nouveau Rivista, tra le più importanti del primo quarto del 20° sec., pubblicata a Parigi (1920-25) da A. Ozenfant e Le Corbusier, nella quale fu sviluppata e messa a confronto con le altre estetiche contemporanee d’avanguardia la teoria del purismo. Chandigarh (indostano Caṇḍīgaṛh) Città dell’India (808.796 ab. nel 2001), situata 230 km a NO di Delhi. Dal 1966 svolge la funzione di capitale dei due Stati del Punjab e del Haryana, oltre a essere capoluogo dell’omonimo territorio autonomo (114 km2 con 1.063.000 ab. nel 2008). La città è caratterizzata dall’articolato ...
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Vocabolario
le³
le3 le3 pron. pers. e dimostr. f. pl. [lat. ĭllae, nomin. f. pl. di ĭlle «egli»]. – Corrisponde al sing. la, come compl. oggetto, e ne segue l’uso: le ricordo benissimo (quelle due donne, o quelle tue osservazioni); io certe cose non le...
le roi est mort, vive le roi!
le roi est mort, vive le roi! ‹lë ru̯à è mòor vìiv lë ru̯à› (fr. «il re è morto, viva il re!»). – Formula con cui nella monarchia francese precedente alla rivoluzione si annunciava al popolo contemporaneamente la morte del re e l’avvento...
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