Recipiente fisso o mobile, contenente acqua per lavarsi le mani e piccolo acquaio nelle sacrestie, dove i sacerdoti si lavano le mani prima di vestirsi delle vesti liturgiche per la messa.
Un precedente del l. sono le fonti lustrali che si trovavano nell’atrio delle basiliche primitive e nelle moschee, da cui derivarono le fonti dei chiostri monastici, destinate alle abluzioni dei monaci, e perciò talvolta chiuse in apposito recinto. Il l. ebbe forma di acquaio, con serbatoio d’acqua, usato per le abluzioni sacre nelle sagrestie (in forma di piccola vasca, specie dal Rinascimento, fu spesso riccamente decorato di marmi, sculture, maioliche ecc.).
Il l. di uso domestico ebbe varie forme. Il più diffuso, sin dal Medioevo e fino all’Ottocento, fu quello portatile, costituito da un bacile e da un mesciacqua (acquamanile) o una brocca, di raffinati modelli, in metallo anche prezioso, porcellana ecc. (diffuso anche per uso liturgico); soprattutto nel 18° sec. ebbero sostegni a treppiede, di metallo o di legno, anche di struttura elaborata. Durante il 19° sec. emerse l’uso di incorporare il servizio da l. entro un mobile o armadio apposito, contenente anche specchio e altri accessori.