Sottoclasse di Anellidi Clitellati, considerati a livello di classe nella sistematica meno recente; noti con il nome di sanguisughe. Conta circa 400 specie diffuse in ambienti acquatici e terrestri di tutto il mondo.
Sono ectoparassiti ematofagi o predatori, caratterizzati da due ventose alle estremità del corpo, di cui quella anteriore contiene la bocca, che può essere armata di mascelle più o meno sviluppate. Lunghi in genere pochi centimetri, eccezionalmente parecchi decimetri, sono privi di setole e spiccatamente metamerici, con corpo compresso dorso-ventralmente. La metameria interna (con un massimo di 33 metameri) non corrisponde a quella esterna, che può risultare di 70-100 segmenti apparenti (annuli). L’intestino medio presenta numerosi ciechi laterali; il celoma, in gran parte riempito da tessuto connettivale, si riduce a un sistema di seni; l’apparato riproduttore è ermafrodita (v. fig.).
Gli I. condividono con l’altra sottoclasse di Clitellati, quella degli Oligocheti, la localizzazione delle gonadi, che sono limitate a un ristretto numero di metameri, la presenza del clitello, la scomparsa dei parapodi (brevi appendici bifide presenti invece nei Policheti), lo sviluppo postembrionale diretto. Rispetto agli Oligocheti, comunque, gli I. presentano una maggiore specializzazione, testimoniata da una riduzione del celoma e dalla perdita delle ciglia nei metanefridi, oltre che dalla riduzione del numero dei metameri e alla trasformazione in ventosa dell’estremità posteriore del corpo.
Secondo alcuni autori, gli I. deriverebbero da forme simili agli Oligocheti della famiglia Lumbriculidi, che comprende peraltro una specie (Agriodrilus vermivorus) predatrice e dotata di uno stomaco masticatore molto simile al faringe di alcuni I., e caratterizzata dalla riduzione del celoma e dei metameri. Le somiglianze con Acantobdellidi e Branchiobdellidi, al contrario, sono probabilmente frutto di convergenza evolutiva, dovuta all’acquisizione indipendente, da parte dei diversi gruppi, di costumi parassitari e predatori. È probabile che l’evoluzione degli I. sia avvenuta nelle acque dolci; a testimonianza di questo vi sarebbe la loro limitata presenza nei mari e sulle terre emerse, risultato di recenti adattamenti.
All’interno della sottoclasse si riconoscono due diversi ordini, Rhynchobdellida e Arhynchobdellida, corrispondenti a due diverse linee evolutive. Di queste, la prima mostra caratteri di primitività nello sviluppo embrionale e un minor grado di specializzazione.
Nelle ghiandole salivari delle sanguisughe è presente una sostanza anticoagulante, di natura proteica, l’irudina (peso molecolare ca. 20.000); riattivando la trombina, essa impedisce la trasformazione del fibrogeno in fibrina e quindi la formazione del coagulo.