Matematico (Aleksótas, Kaunas, 1864 - Gottinga 1909), fratello di Oskar. Fu prof. (1896) al politecnico di Zurigo, poi (1902) fino alla morte alla univ. di Gottinga. M., di ingegno precocissimo, si occupò dapprima delle forme quadratiche aritmetiche (ossia a coefficienti interi), conseguendo a soli 18 anni un premio dell'Accademia delle scienze di Parigi per una memoria sull'argomento. In successivi lavori, elaborò un'organica teoria delle forme quadratiche aritmetiche in più variabili. Da tali ricerche M. fu portato a una concezione geometrica della teoria dei numeri, nella quale introdusse, come strumento di scoperta e di deduzione mirabilmente fecondo, una sua geometria, che si scosta da quella ordinaria in un senso diverso da quello delle geometrie non euclidee di Lobačevskij-Bolyai. Ma il suo nome rimane soprattutto legato all'interpretazione geometrica della relatività ristretta di A. Einstein (studente al politecnico di Zurigo durante l'insegnamento di M., del quale tuttavia non seguì il corso). Nel 1907, per interpretare le trasformazioni di Lorentz, M. ammise, riprendendo un'idea accennata fin dal 1754 da d'Alembert, che spazio e tempo sono entità inseparabili; introducendo accanto alle tre coordinate spaziali ordinarie (x1, x2, x3) una quarta coordinata temporale (immaginaria, x4 = ict, i essendo l'unità immaginaria, c la velocità della luce nel vuoto e t il tempo), le trasformazioni di Lorentz sono interpretabili infatti come le trasformazioni che lasciano invariata la forma quadratica dx21 + dx22 + dx23 + dx24 dello spazio x1, x2, x3, x4 (universo o spazio-tempo di M. o cronotopo). La teoria della relatività ristretta, trascritta nel formalismo dello spazio-tempo di M., assume una forma particolarmente maneggevole, concisa ed elegante. La raccolta delle sue Gesammelte Abhandlungen (1911) fu curata da D. Hilbert.