Nelle scienze ambientali, l’insieme delle modificazioni in atto su scala planetaria, conseguenza di processi avviati prevalentemente dall’azione umana; anche, l’insieme delle relazioni che si sono instaurate tra tali processi e le conseguenti modificazioni. Per estensione, l’ambito interdisciplinare in cui hanno luogo le ricerche scientifiche e le azioni politiche relative agli effetti dei cambiamenti dell’ambiente su scala planetaria indotti dall’attività antropica.
La locuzione è entrata nell’uso corrente nell’ambito delle scienze della Terra, in biologia e in geografia, dopo la Conferenza delle Nazioni Unite sull’ambiente e lo sviluppo (Rio de Janeiro, 1992). Adottando una visione sistemica e olistica, sono aumentati in numero e pregnanza i fenomeni e le relazioni tra questi che, nell’ambito del g., vengono tematizzati dalla ricerca scientifica e proposti all’attenzione della sfera politica.
L’avvio è stato segnato prevalentemente dalle preoccupazioni relative al cambiamento climatico, secondo alcuni già in atto a causa del riscaldamento globale dell’atmosfera a livello del mare (global warming), associato all’emissione di gas responsabili dell’effetto serra (➔ clima). Successivamente gli studi sul g. hanno investito ambiti diversificati: evoluzione e variazioni del clima restano però in primo piano, date anche l’incidenza e la frequenza con cui si verificano evenienze (per es., l’irregolarità di correnti oceaniche che caratteriz;za il fenomeno detto El Niño), situazioni di rischio (come quelle derivanti dalla deplezione dello strato di ozono stratosferico) e conseguenze disastrose (dalle siccità alle inondazioni) legate alle condizioni climatiche e alla loro presunta eccezionalità.
Accanto a queste questioni, sono parte delle analisi di g.: l’intero ciclo idrologico, con attenzione alla scarsità di acqua potabile e agli effetti sulle popolazioni umane; le variazioni della chimica dell’atmosfera, come quelle che causano le precipitazioni e le piogge acide (➔ pioggia); la tutela della biodiversità, con le sue implicazioni sia ecologiche sia economiche; i processi di desertificazione; le modalità e le conseguenze della deforestazione (legata sia al sistema climatico sia al ciclo idrologico, ma di cui vanno prese in considerazione anche le implicazioni economiche) e della frammentazione degli ambienti naturali, con conseguente diminuzione della diversità di specie ed erosione genetica; le calamità naturali, conseguenza più di interventi di origine antropica che di meccanismi spontanei dell’ecosistema; lo stato delle masse oceaniche e delle regioni costiere che si relazionano con esse, l’evoluzione delle coperture glaciali polari, i cicli biogeochimici (a cominciare dalle forme di inquinamento), l’incremento numerico della popolazione umana e il conseguente aumento non sostenibile dei consumi delle risorse, e altri temi ancora.
La vastissima latitudine dei campi di studio e intervento confluiti sotto la denominazione di g. può far considerare il g. come una sorta di ‘contenitore’ metadisciplinare applicabile a più ambiti, che ha perso la sua carica innovativa, che consisteva non solo nell’adottare un criterio sistemico integrale, ma anche nel sottolineare gli aspetti di rischio ambientale. D’altra parte, l’incorporazione, nel quadro del g., di elementi attinenti alla sostenibilità dello sviluppo economico, e dunque alla gestione politica ed economica delle risorse e della popolazione umana, tende a completare l’organicità del sistema di riferimento e a dotare le analisi prodotte nell’ambito del g. di una potenzialità applicativa notevole.