Malattia oftalmica dovuta ad aumento della tensione endoculare (10-21 mmHg) per ostacolo al deflusso dei liquidi endoculari con progressivo danneggiamento a carico delle fibre nervose del nervo ottico. È una delle cause più frequenti di cecità acquisita, che può essere prevenuta soltanto attraverso una diagnosi precoce con conseguente terapia, ma poiché l’esordio è subdolo essendo privo di sintomatologia specifica, spesso si determina un certo ritardo diagnostico. La malattia, monolaterale o, più spesso, bilaterale, può comparire senza cause apparenti o note (g. primario), oppure essere conseguenza di malattie o condizioni abnormi della cornea, dell’iride, del cristallino, del vitreo o di altri tessuti oculari (g. secondario).
La forma più frequente e insidiosa è il g. primario ad angolo aperto che si sviluppa gradualmente senza fornire segni di allarme. In assenza di terapia specifica si assiste a una progressiva escavazione della papilla ottica, la struttura che maggiormente risente della compressione da aumento della pressione endoculare, con riduzione del visus fino alla cecità. La terapia è rivolta alla riduzione della tensione endoculare attraverso un miglioramento del deflusso dei liquidi endoculari (analoghi delle prostaglandine ecc.), una riduzione nella loro produzione (beta bloccanti, alfa-adrenergici ecc.) o entrambi. Tali obiettivi vengono perseguiti attraverso trattamento topico, con colliri medicati, o sistemico (per es., diuretici inibitori dell’anidrasi carbonica). In casi particolari si ricorre alla terapia chirurgica, che mira a creare delle vie artificiali di deflusso dell’umor acqueo all’interno (iridectomia) o all’esterno (sclerectomia, trabulectomia, ciclodialisi ecc.). In ambiente ambulatoriale viene utilizzato il laser (cosiddetto laser freddo) che con l’emissione di elevate energie non termiche può perforare l’iride, durante una procedura rapida e indolore (preceduta da collirio anestetico). L’intervento laser riesce a ottenere una riduzione della pressione endoculare soddisfacente nel giro di alcune settimane; resta indispensabile uno stretto controllo a causa del rischio di recidiva.
La goniotomia è l’incisione dell’angolo della camera anteriore dell’occhio, quale terapia chirurgica del glaucoma.