(sp. Gibraltar) Promontorio roccioso (chiamato dagli Inglesi The Rock) all’estremità meridionale della Penisola Iberica. Ex colonia inglese, oggi territorio esterno del Regno Unito (6,5 km2), comprende il massiccio calcareo culminante a 426 m s.l.m. (sp. Peñón de Gibraltar, ingl. Highest Point) e terminante a S con la Punta Europa, la striscia sabbiosa (larga da 800 a 1200 m) che lo unisce con la terraferma e parte della Baia di Algeciras. La zona istmica fra G. e il centro spagnolo di La Línea è zona neutrale (0,8 km2). Dirupato a N e oltremodo ripido a Oriente, dove la costa è accessibile solo in rari punti (Catalan Bay), il promontorio scende a terrazzi verso la costa occidentale, orlata da una spiaggia larga non oltre 200 m. La popolazione, in massima parte di origine spagnola, è di 28.779 ab. (2005). Sulla costa occidentale sorge il porto, che ha funzione di scalo di transito e di rifornimento. Manca idrografia superficiale.
La penisola di G. si ricopre, nella stagione calda, di vegetazione e vi fioriscono l’aloe e il fico d’India. La specie animale più comune è la bertuccia, o scimmia di G. (Macaca sylvana), il cui habitat originario fu probabilmente la costa marocchina. Intenso il movimento turistico (7.628.700 arrivi nel 2004).
Chiamata anticamente Calpe, prese il nome di Gebel Ṭāriq a ricordo della spedizione del generale arabo Ṭāriq, che nel 711 vi sbarcò dall’Africa dando inizio alla conquista della Spagna. Riconquistata definitivamente dagli Spagnoli nel 1462, venne fortificata da Carlo V dopo l’assalto di Khair ad-dīn Barbarossa (1540). Nel 1713 il trattato di Utrecht la assegnò all’Inghilterra e nel 1830 fu dichiarata colonia della Corona. Dopo l’apertura del canale di Suez (1869) la sua importanza crebbe ulteriormente. Nel corso del 19° sec. e nei primi decenni del Novecento gli Inglesi ne fecero una piazzaforte inespugnabile mediante la costruzione di basi aeree e navali e di apprestamenti difensivi in caverna. Nella Prima guerra mondiale G. non fu mai attaccata e servì come punto di riunione ai convogli alleati in rotta dall’Atlantico al Mediterraneo; nel secondo conflitto mondiale fu base di appoggio alla spedizione alleata in Africa settentrionale (1942).
Nel dopoguerra, quando la Gran Bretagna avviò la colonia verso l’autogoverno interno, si accentuarono i contrasti con la Spagna, che reclamava la restituzione della rocca e che nel 1964 introdusse una serie di restrizioni al transito di persone e merci tra il proprio territorio e Gibilterra. Nel 1967, dopo un referendum di autodeterminazione nel quale la stragrande maggioranza dei residenti a G. si pronunciò per il mantenimento dei legami con la Gran Bretagna, quest’ultima elaborò una nuova Costituzione per la colonia che, oltre a riconoscerne la piena autonomia interna (lasciando al governo di Londra il controllo degli affari esteri e della difesa), vincolava al consenso, «liberamente e democraticamente espresso», dei suoi abitanti l’eventuale trasferimento a un altro Stato della sovranità su di essa. A nulla valse la risoluzione (1968) dell’Assemblea generale dell’ONU, investita della questione già dal 1963 per iniziativa spagnola, che ingiungeva alla Gran Bretagna di «porre termine alla situazione coloniale di Gibilterra» entro il 1° ottobre 1969; la Spagna decise allora la chiusura totale della frontiera (e anche delle comunicazioni telefoniche). Soltanto nel 1984 i due governi riuscirono a raggiungere un accordo di massima che consentì la riapertura completa della frontiera nel 1985. Nel 1998 G. ha ottenuto lo status di territorio d’oltremare della Corona britannica, che ha esteso la piena cittadinanza britannica ai suoi abitanti. Nel 2002 gli abitanti di G. in un altro referendum si espressero contro l’ipotesi di sovranità condivisa fra Gran Bretagna e Spagna.
Stretto di G. Stretto marino attraverso il quale le acque del Mediterraneo comunicano con quelle dell’Oceano Atlantico, fra la punta meridionale della Penisola Iberica e quella settentrionale del Rif (Marocco). La larghezza minima dello stretto è 14 km e quella massima di 44 km, in tutto è lungo circa 60 km. La profondità massima è di circa 286 m.
La comunicazione fra i due mari subì, nel corso dei periodi geologici, modificazioni notevoli: nell’epoca eocenica aveva luogo per uno stretto denominato dai geologi Guadalquivir, che si chiuse durante la formazione del sistema alpino, mentre si aprì un altro stretto a S del Rif. Dopo l’emersione di questo si stabilì l’odierno stretto. Fino dal 1865 è nota l’esistenza di due correnti: una superficiale da O a E e una profonda da E a O (dovute alla maggiore salsedine del Mediterraneo). La soglia sottomarina dello stretto forma una barriera che impedisce l’accesso nel Mediterraneo delle acque dell’Atlantico (la cui temperatura decresce con la profondità, mentre quelle mediterranee da 400 m in giù restano stazionarie a 12,7 °C).
Uomo di G. Ominide al quale appartiene il cranio trovato nel 1848 nella breccia ossifera a Forbe’s Quarry, non lontano dalla grotta di Devil’s Tower, a N di Gibilterra. È assegnato al gruppo neandertaliano.