Ingegnere statunitense (Germantown, Pennsylvania, 1856 - Filadelfia 1915). Considerato l'iniziatore dell'organizzazione scientifica del lavoro, T. sostenne che, in base all'analisi dei processi di lavorazione (mediante la scomposizione delle operazioni nei movimenti costitutivi, cui vengono assegnati tempi standard), è possibile razionalizzare il ciclo produttivo, ossia individuare i criteri di ottimalità economica (eliminazione di sforzi inutili, regolazione del flusso dei materiali, estrema parcellizzazione, sistemi di incentivazione, gerarchizzazione, rigorosa selezione del personale, ecc.). E questo compito è prerogativa del management, ossia della direzione aziendale.
Di agiata famiglia borghese, costretto da una malattia d'occhi a interrompere gli studi da avvocato, entrò come apprendista in una piccola officina meccanica di Filadelfia. Successivamente, nel 1878, entrò alla Midvale Steel Co., dove divenne ben presto capomastro e dove, vincendo la resistenza degli operai, riuscì in tre anni a far raddoppiare il rendimento delle macchine. Fu in questo periodo che cominciò a studiare per determinare esattamente il prodotto di una giornata di lavoro e iniziò la sua lunga serie di accurati esperimenti nel campo della tecnica meccanica e in quello dell'organizzazione del lavoro. Riuscì nel frattempo a laurearsi in ingegneria e nel 1890, divenuto ingegnere capo, lasciò la Midvale per la Manufacturing Investment Co. Un'altra importante esperienza industriale fece quindi alla Bethlehem Steel Co. che, grazie ai suoi consigli, divenne uno dei maggiori centri della metallurgia americana (fu qui che fece la sua celebre scoperta degli acciai da taglio rapido); la società si fuse con altre e il T. fu bruscamente congedato nel 1901. Decise allora di dare consigli gratis (si era ormai fatta una fortuna giocando in borsa e praticando la cartellizzazione) e questo fece scrupolosamente in America e in Europa fino alla morte, sempre più allargando il campo d'applicazione delle sue teorie. Le tesi di T. sono state avversate soprattutto dai lavoratori e dai sindacati, sia per i riflessi negativi sull'occupazione, sia per le conseguenze sui livelli di sfruttamento psicofisico delle forze di lavoro in connessione con l'accentuazione e standardizzazione dei ritmi lavorativi. Tuttavia l'introduzione del taylorismo nella fabbrica moderna (la catena di montaggio installata da H. Ford nel 1913 fu una rigorosa applicazione di quei principi) fu inarrestabile, e al tempo stesso inizio e sintomo della crisi di tutto un modello di sviluppo industriale fondato sulla figura dell'operaio. Successivamente lo spostarsi dell'attenzione dal binomio uomo-macchina dapprima all'insieme delle complesse strutture aziendali e dei rapporti tra di esse, e in seguito alla gestione globale del sistema produttivo, portò a un superamento dell'impostazione di Taylor.
Opere principali: Shop management (1911); The principles of scientific management (1911; trad. it. 1950).