Disciplina tecnica che si occupa delle proprietà e delle applicazioni di dispositivi fluidodinamici nei quali ci si serve di una corrente liquida o, più spesso, aeriforme per ottenere risultati (per es., il destarsi di determinate azioni) e compiere operazioni logiche (per es., la scelta di uno tra più stati possibili di un certo sistema) corrispondenti analogicamente a risultati e operazioni ottenibili con dispositivi elettrici, cioè sfruttando convenientemente correnti elettriche. I primi studi sulla f. furono svolti verso la fine del 18° sec. e continuarono sporadicamente per tutto il secolo successivo. Il primo contributo significativo è costituito da un amplificatore fluidico realizzato nel 1890 da C.A. Bell; il risultato che ha dato l’avvio allo sviluppo della moderna f. è dovuto a H. Coandă, che nel 1932 scoprì il principio fisico che regola l’adesione di una vena fluida a una parete (effetto Coandă). La quasi totalità dei componenti fluidici attualmente funzionanti sono basati su tale principio.
Amplificatori fluidici Dispositivi che consentono di amplificare la velocità di vene fluide (e conseguentemente, pressione o portata) tramite l’integrazione con altre vene fluide di differenti caratteristiche.
Analogia fluidica Uso di dispositivi, quali gli amplificatori e gli operatori logici fluidici, nei quali si utilizza una corrente liquida o aeriforme per compiere operazioni che corrispondono a quelle ottenibili tramite dispositivi elettronici; anche l’introduzione di grandezze corrispondenti analogicamente a grandezze elettriche, quali, per es., la carica fluidica. Capacità fluidica Grandezza fluidostatica che si può far corrispondere alla capacità elettrica dell’elettrostatica. Precisamente, per un fluido che occupi un volume V alla pressione p tale capacità vale C=q/p, dove q è la carica fluidica: come quest’ultima corrisponde alla carica elettrica, così la pressione corrisponde al potenziale (o alla differenza di potenziale) elettrico.
Fluidistore Amplificatore basato sull’effetto di aderenza a parete.