Branca della biogeografia (detta anche geobotanica) che studia i tipi e la distribuzione dei raggruppamenti vegetali sulla Terra e le cause della diversificazione delle maggiori comunità vegetali.
Gli insiemi delle piante, sia che si considerino come singole unità tassonomiche (e perciò dal punto di vista floristico), sia come raggruppate in comunità (➔ fitocenosi), si determinano ricorrendo a tabulazioni, ricavando dati preliminari da erbari e lavori scientifici, e costruendo carte in relazione agli scopi e al tipo di fatti da rappresentare. La f., pur avendo metodi propri, è strettamente correlata a diverse discipline botaniche e di altra natura: essa presuppone la conoscenza della sistematica, per la classificazione dei taxa che compongono le flore e le vegetazioni; della geografia, sia generale sia regionale, per la definizione delle caratteristiche fisiche della superficie terrestre, per l’individuazione delle interconnessioni con i fatti antropoeconomici e per la nomenclatura necessaria a indicare fenomeni e regioni; e inoltre della geologia, della microbiologia del suolo, della pedologia, della meteorologia, della storia ecc., da cui si desumono dati per spiegare la distribuzione e la frequenza delle specie vegetali nelle varie regioni della Terra.
Le piante (ci si riferisce in particolare alle piante superiori) sono fisse al suolo; a livello di singoli individui non hanno, perciò, distribuzione geografica, né territorialità, intesa come dominio e relazioni su un’area. Ciò implica che la distribuzione geografica dei vegetali sia necessariamente legata alle condizioni ambientali, dalle quali dipendono sia la distribuzione delle singole specie, sia la stratificazione delle vegetazioni in senso altimetrico o latitudinale. I fattori ambientali influenzano la distribuzione delle piante anche con effetti non direttamente visibili nell’habitus, in quanto agiscono a livello fisiologico. Per es., la durata del giorno, che determina l’induzione alla fioritura secondo le esigenze fotoperiodiche delle varie piante, ha corrispondenza in una ripartizione naturale delle piante stesse (longidiurne, brevidiurne, neutrodiurne) nel senso della latitudine.
La f. inizia l’indagine partendo dalle singole specie, delle quali studia la partecipazione alla determinazione delle flore, che si realizza in natura con la sovrapposizione più o meno estesa dei rispettivi areali. Ciascuna specie ha una sua area di distribuzione geografica (areale) indipendente; la sovrapposizione su porzioni della superficie terrestre di più specie, dove gli areali coincidono, determina le fitocenosi, cioè le comunità costituenti le flore. Nella f. causale, la spiegazione degli insiemi costituenti una comunità vegetale considera i fattori ambientali, distinti in climatici, edafici e biotici, con la convenzione che l’indagine sia estesa alle condizioni passate e a quelle attuali e che il metodo epiontologico integri quello descrittivo e quello dinamico. Le ricerche sull’evoluzione delle specie e d’intere comunità vegetali si sono estese a problemi di citogenetica, citotassonomia, insediamenti e successioni vegetali.
La f. suddivide la Terra in regioni floristiche e di vegetazione naturale e tende a tracciare una storia delle flore in un quadro coerente con le conclusioni di altre discipline. I raggruppamenti fitogeografici sono iscritti nelle regioni climatiche e costituiscono le fitocore, che sono ordinate sistematicamente e gerarchicamente. Nell’ambito delle regioni floristiche si distinguono zone caratterizzate da vegetazioni (o formazioni vegetali) che, pur avendo composizione floristica diversa, hanno caratteri biologici e aspetto comuni, che definiscono la fisionomia dei paesaggi (per es., foresta pluviale, tundra, steppa ecc.). Queste zone vegetali, determinate dalle condizioni ecologiche dei distretti interessati, sono definite espressioni fitogeografiche. A questo livello non esiste una netta linea di separazione tra f. ed ecologia vegetale: mentre la f. si occupa delle frequenze e delle distribuzioni su larga scala, l’ecologia considera gli stessi fenomeni su aree più piccole, prendendo in considerazione, singolarmente o in complesso, i fattori ambientali. Le ricerche sulla distribuzione delle specie, da cui si desumono informazioni sulla loro associabilità e sulla loro biologia (migrazioni, cosmopolitismo, endemismo ecc.), integrano il lavoro dalla tassonomia e forniscono dati sulla mobilità degli elementi floristici e sul dinamismo delle vegetazioni.