Varietà di schizofrenia, propria dell’età giovanile e caratterizzata da dissociazione ideativa, apatia, indifferenza affettiva, rapida evoluzione verso un grave deterioramento globale. Il termine fu coniato nel 1871 da K.L. Kahlbaum ed E. Hecker che descrissero l’e. come sindrome autonoma. Nel 1893 E. Kraepelin riunì l’e. alla catatonia e alla demenza paranoide che considerò sindromi particolari di un’unica entità clinica, la demenza precoce.
È detta eboidofrenia una forma sfumata di e., corrispondente a una varietà di schizofrenia semplice nel senso di E. Bleuler, in cui prevale l’inaridimento dei sentimenti e l’inadeguatezza affettiva.