draghi e altri animali fantastici
Terribili o teneri, da sempre grandi protagonisti
Creati dalla fantasia popolare in tempi antichissimi, i draghi si sono insediati nei miti, nelle favole e nei racconti di tutte le civiltà. Per secoli hanno fatto paura, ma da qualche tempo hanno trovato il nuovo ruolo di eroi divertenti e benefici
"Io sarò un pompiere! Io sarò un pompiere! Io sarò un pompiere!". È questo il ritornello che chiude tutte le piccole avventure del draghetto Grisù, ideato e realizzato per i cartoni animati da Nino e Toni Pagot negli anni Sessanta. Grisù è figlio di un vero drago, ma ha idee ecologiste e vuole a tutti i costi diventare un pompiere. È serio, coscienzioso e sincero, ma la sua natura di drago lo tradisce sempre e finisce così per combinare enormi disastri. Tuttavia, proprio grazie ai suoi simpatici pasticci Grisù ha meritato un posto importante tra i tantissimi draghi moderni. Pensate per esempio ai personaggi di Monsters & Co., prodotto dalla Disney e dalla Pixar: Celia, Mike, Roz, Smitty sono tutti parenti stretti dei draghi e nel racconto il nemico del protagonista Sulley è proprio un drago antipatico, Randall, che alla fine viene scambiato per un semplice alligatore e scacciato a colpi di bastone.
Per secoli però i draghi hanno fatto paura. Per nostra fortuna non sono mai esistiti veramente perché nascono dalla fantasia popolare, ma non per questo vanno sottovalutati. Furono inventati in tempi antichissimi e di loro sono piene le favole e i racconti di tutte le culture umane.
Quando gli uomini hanno pensato a un drago di solito lo hanno immaginato con un corpo simile a quello di un gigantesco serpente. Gli hanno dato grandi ali come quelle del pipistrello e zampe ritorte e possenti come quelle di Tyrannosaurus rex nel film Jurassic Park del regista Steven Spielberg. Sulla schiena di un drago scorre spesso una lunga criniera di grosse spine triangolari d'osso e la sua lunga coda, dove sta il suo potere vitale, finisce quasi sempre a forma di freccia. La sua pelle alle volte è ricoperta di ruvide squame, altre volte è setolosa come quella dei cinghiali o quella degli orsi e il suo colore può essere grigiastro o verdastro; qualche volta è anche a strisce, ma si tratta sempre di un colore poco rassicurante.
Fin qui, tuttavia, a ben guardare c'è poco di nuovo. Anche i dinosauri per esempio sono in genere molto grandi e quasi sempre poco rassicuranti. Nei draghi però c'è molto di più.
Anzitutto un drago che si rispetti vive nascosto tra scure rocce di paludi stagnanti. Ha uno sguardo acutissimo in grado di uccidere il malcapitato che viene visto. Ha poi un fiato pestifero, denti enormi e aguzzi e spesso molte lingue. Ma quel che più conta è che la bocca è ignivoma, è cioè una bocca da cui escono potenti fiammate distruttive quando il drago va all'assalto con grandi grida o addirittura con canti soavi.
È possibile che l'idea dei draghi sia nata davanti ai resti fossili di qualche animale della preistoria, un po' come succede a chiunque davanti alla ricostruzione di uno scheletro di dinosauro in un museo di storia naturale. Ma non si può escludere l'ipotesi che l'idea di drago provenga direttamente dai racconti degli uomini preistorici. In fondo, un animale come il mammut doveva di certo spaventare molto gli uomini primitivi per la sua mole da grande elefante e per quei suoi lunghi denti ricurvi.
Le ipotesi che si possono fare sono tante. Quel che è certo però è che il drago è sempre presente in racconti in cui c'è una lotta delle forze del bene contro le forze del male, a cominciare dalla storia di Marduk e Tiamat che si legge in un antichissimo poema del Medio Oriente ritrovato dagli archeologi (cosmogonia).
Si racconta che, quando ancora non esisteva il mondo, vivessero solo due divinità: una maschile chiamata Apsu, che significa "l'abisso", e l'altra femminile, una 'draghessa' di nome Tiamat, che significa "il mostro primordiale". Apsu e Tiamat pensarono di creare altri dei, ma dopo averli concepiti non ne furono contenti e decisero di distruggerli. Iniziò così una lunga lotta delle antiche divinità contro le nuove in cui s'impegnò soprattutto l'orrida Tiamat, che raccolse intorno a sé ogni specie di mostri e di demoni. Tiamat sconfisse molti eroi mandati dalle nuove divinità contro di lei, ma non poté nulla contro il forte e intelligente Marduk. Come la luce del sole di primavera vince le tenebre delle potenze invernali, allo stesso modo Marduk sconfisse Tiamat e fu così che dal disordine bestiale si poté creare l'ordine delle cose spirituali.
Da Tiamat in poi la storia delle culture umane presenta draghi dalle forme più varie e tra i tanti alcuni sono diventati molto famosi.
Famosa è di sicuro Idra, mostruoso serpente dalle molte teste ucciso dall'eroe greco Ercole. Alcune leggende dicono che le teste fossero tre, altre dicono nove. Tutti però sono d'accordo nel raccontare che, se venivano tagliate, le teste rinascevano, come la coda di una lucertola. Idra viveva in una grande palude ed è perciò probabile che fosse il simbolo delle malattie che si diffondono in luoghi caldi e umidi come sono appunto le paludi.
Insieme alle Gorgoni e a Medusa in particolare, molto famoso è anche un altro drago della mitologia greca, Chimera. Vediamo come lo descrive Omero nel sesto libro dell'Iliade: "Davanti leone, di dietro drago, al mezzo capra, sbuffante terribile fuoco ardente". Chimera era il simbolo delle forze fisiche distruttrici come i vulcani o le tempeste e fu sconfitto dai simboli della luce solare e dalle potenze atmosferiche benefiche: Bellerofonte e il suo bel cavallo alato Pegaso. Col passare dei secoli divenne molto noto un altro mostro dalle forme draghesche: il basilisco. Come gli altri draghi anche il basilisco ha preso forme molto varie; c'è un famoso libro del Cinquecento, Historia serpentum et draconum ("Storia dei serpenti e dei draghi"), di Ulisse Aldrovandi, che contiene bellissimi disegni di basilischi. Ai basilischi venivano attribuiti i più vari e terribili poteri malefici e di questo approfittavano molti ciarlatani e venditori ambulanti nelle antiche fiere di paese. Costoro, infatti, dicevano di vendere basilischi ma in realtà erano loro a fabbricarli, deformando abilmente pesci come le razze, piccoli pescicani e altri animali. Alcuni di quei finti basilischi si possono vedere in vari musei e raccolte, anche se per vederne uno vero il posto migliore è il film Harry Potter e la camera dei segreti.
Il basilisco di Harry Potter ci riporta ai draghi di oggi. E tra questi non si può trascurare l'orco. A differenza di tutti gli altri draghi che sono animaleschi, l'orco è un drago antropomorfo, è cioè un drago a forma di uomo. È un gigante mostruoso dal capo grossissimo, la bocca enorme, gli occhi infuocati, con una barba e dei capelli ispidi e arruffati. L'orco ha i poteri di uno stregone ma soprattutto è ghiotto di sangue e di carne umana.
È probabile che l'orco sia il drago più diffuso nei racconti popolari per l'infanzia. In molti paesi del Nord lo chiamano Il Gigante; oppure è un troll, un gigante maligno che vive in luoghi solitari come boschi, montagne, caverne. Nei paesi russi l'orco ha la forma di un serpente con sette teste, mentre nei racconti greci ha le forme di un vero e proprio dragone.
Il tempo passa ma la fantasia degli uomini non si ferma. Oggi è diventato famoso un altro orco: il tenero e ben noto Shrek. Anche lui dà vita a bei racconti animati realizzati dalla Dreamworks e nelle sue storie ha un posto importante, ancora una volta, un'enorme draghessa volante che lo aiuta a combattere i nemici e a sposare la sua amata Fiona.
Non c'è dubbio: i draghi sono molto cambiati. Ieri erano il simbolo delle forze maligne, oggi invece sono loro gli eroi del bene. Per tutto il resto, però, non è poi cambiato granché: i grandi protagonisti dei racconti per ragazzi restano sempre loro, i draghi. E chi può negare che ci si diverte di più?