(gr. Κεϕαλληνία) Isola della Grecia (737 km2), nel Mar Ionio, a O di Itaca. È la maggiore delle Isole Ionie e con le vicine Itaca, Kalamos e altre costituisce un nomós (904 km2 con 38.029 ab. nel 2006); capoluogo e centro principale Argostóli. L’isola è di natura montuosa (monte Énos, 1628 m); due piccole penisole si protendono una a N e una a O. Sui monti restano porzioni degli antichi boschi di conifere (Pinus cephalonica). Si coltivano cereali, agrumi, uve pregiate e ulivi.
Quattro città si dividevano anticamente il dominio dell’isola, ciascuna con territorio e zecca autonomi: Samos, Pronni, Crane e Pale. Dalla metà del 5° sec. a.C. si unì ad Atene, poi (3° sec. a.C.) alla Lega Etolica finché, nel 189 a.C., fu sottomessa dai Romani. Divenuta, in epoca bizantina, un’importante base strategica per il dominio dell’Adriatico, con la creazione dell’Impero latino d’Oriente (1204) entrò nella sfera di controllo di Venezia, pur rimanendo sotto la sovranità del principe Maio di Taranto. Caduta in mani turche (1479), fu riconquistata da Venezia nel 1500. Nel 1797, alla fine della Repubblica veneziana, passò alla Francia. Nel 1809 fu assoggettata al controllo inglese finché nel 1827 proclamò la sua annessione alla Grecia. Durante la Seconda guerra mondiale, fu occupata dagli Italiani (1941); nel 1943 i Tedeschi intimarono alla divisione Acqui di scegliere fra la continuazione della lotta al loro fianco, l’apertura delle ostilità o il disarmo. Il comandante A. Gandin rifiutò di cedere le armi e dopo strenua resistenza il presidio italiano fu annientato.