Cavità a sviluppo prevalentemente orizzontale sotto le pendici di un rilievo. Il termine è usato specialmente in geografia fisica per indicare ogni concamerazione esistente nel suolo roccioso, compatto o di frana, presentante scarso sviluppo in lunghezza (erroneamente detta profondità) in rapporto all’ampiezza. Le c. possono essere dovute a fenomeni carsici, erosivi, e vulcanici. L’acqua di pioggia, e con essa il gelo, generano un tipo particolare di c. dette parietali, caratteristiche delle balze verticali calcaree e dolomitiche.
C. tubercolare Cavità di varie dimensioni che si forma per lo più nel corso della tubercolosi essudativa ed evolutiva del polmone (ma anche di altri organi, come i reni) per distruzione del parenchima.
Le c. tubercolari dei polmoni, più o meno grandi ( c. miliari, cavernule, c. medie, grandi e giganti), più o meno anfrattuose, contengono materiale caseoso, rammollito, talora emorragico o gangrenoso; sono circondate da un alone fibroso – formatosi a spese del connettivo circostante – tanto più spesso quanto più antico è il processo. La rete vascolare locale (arteriole bronchiali) è spesso obliterata o trombizzata; talora invece i vasi sono dilatati, aneurismatici (cosiddetti aneurismi di Rasmussen), o usurati dal processo tubercolare: la loro rottura provoca le emottisi, sintomo frequente della tubercolosi cavitaria.
C. bronchiettasica Cavità che si forma per dilatazione e usura delle pareti bronchiali in corrispondenza di una o più bronchiettasie.