Indumento che ricopre il piede e la gamba, per proteggere dal freddo e dallo sfregamento contro la tomaia della scarpa.
Le gambiere di tela con soletta di cuoio sotto il piede usate dagli Sciti (7° sec. a.C.), sono ritenute il primo modello di calza. Una sorta di c. di panno, a sostituire le brache (calzebrache) è presente in Occidente dal Medioevo (dal Mille e ancora nel Rinascimento le classi agiate usavano c. di colori e ornati anche differenti sulle due gambe). Le c. di lana rustica lavorate a maglia, note nel Medio Oriente da oltre mille anni, compaiono in Europa dalla prima metà del 16° sec., sebbene le corti di Francia e Inghilterra ne usassero già di seta, sempre lavorate ai ferri. Il primo telaio per lavori a maglia è inglese (fine 16° sec.): da Cambridge, l’industria per le c. di seta passò in Francia (1656), dove sorsero molti centri di produzione per c. colorate, ricamate e di pizzo (18° sec.). Abbandonata la corta culotte dopo la Rivoluzione francese, l’uomo ha cominciato a nascondere le c. vere e proprie sotto i pantaloni lunghi. Dal 1890 iniziano le c. per donna nere e trasparenti, che dagli inizi del 20° sec. diventano a vista, sempre più fini e infine color carne. Le c. di nylon (1939) giunsero in Europa nel dopoguerra, con l’arrivo dei soldati americani. Dagli anni 1960, con la minigonna, le c. sono eclissate dal più pratico collant, spesso realizzato in lycra: due c. unite a formare mutandine con elastico in vita. Alla fine degli anni 1980 l’introduzione degli elastomeri e delle microfibre permette di conferire al prodotto caratteristiche di elasticità, aderenza, resistenza straordinarie in rapporto agli standard precedenti.
L’unità di misura usata per descrivere la consistenza della c. è il denaro, corrispondente al peso in grammi di 9000 m di filato: più basso è il numero di denari e più trasparente è l’indumento.