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brisura

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In araldica, alterazione di un’arma gentilizia per distinguere i vari rami di una famiglia o le linee bastarde. L’uso risale al 12° sec., quando i cavalieri appartenenti a una stessa famiglia, per farsi riconoscere nei vari combattimenti ad armatura chiusa, cominciarono ad aggiungere un segno distintivo sull’arma della casata, dipinta sul loro scudo. Con l’istituzione del maggiorascato e dell’appannaggio, legati al sistema feudale, il diritto di portare l’arma pura, senza alterazioni, spettò al capofamiglia: i figli erano obbligati a spezzarla con la b., compreso il primogenito che, alla morte del padre, ereditava l’arma paterna originale. I figli naturali dovevano brisare lo stemma con una sbarra, una traversa, un filetto di bastardigia che contrassegnasse la loro illegittimità. Per es. Giovanni d’Orléans duca di Vendôme (m. nel 1467), figlio naturale di Luigi duca d’Orléans (secondo figlio di Carlo V, re di Francia), brisava lo stemma di Francia con un controfiletto di nero attraversante sul tutto, finché, per volontà di Carlo VII, che riconobbe questo ramo naturale come ramo cadetto, lo sostituì con un bastone scorciato d’argento. Le b. furono usate fino al Novecento, in seguito, aboliti i maggiorascati, si sono conservate solo nelle famiglie sovrane.

Gli araldisti considerano migliori le b. che alterano il meno possibile lo stemma originale e identificano nove modi di brisare un’arma:

a) cambiando le figure e conservando gli smalti; è il sistema più antico ma più complicato per gli araldisti perché rende meno riconoscibile lo stemma originario di appartenenza.

b) Cambiando gli smalti e conservando le figure; è un metodo che crea confusione poiché molte famiglie portano sugli stemmi le stesse figure colorate con smalti diversi.

c) Cambiando la posizione degli smalti e conservando le figure; è il sistema più semplice per gli araldisti e più usato in Italia.

d) Alterando il numero delle figure uguali, diminuendole o aumentandole (per es. la casa di Foix ha tre pali d’oro, in campo rosso, mentre quella di Aragona da cui discende ne ha quattro).

e) Alterando la posizione delle figure; è una delle b. più facili da riconoscere (per es. un leone rampante diventa passante).

f) Alterando la forma delle figure; è un sistema poco usato che permette un’ampia possibilità di modifica (per es. La Baume di Francia ha una banda d’azzurro, La Baume di Montrevel ha una banda increspata d’azzurro).

g) Omettendo qualche figura ma mai la principale.

h) Aggiungendo alcune figure dette convenzionalmente pezze di b. quali: il lambello, la b. più nobile, distintivo del secondogenito in Francia e, nelle altre nazioni, del principe ereditario vivente il padre; la bordura, distintivo dei terzogeniti; il bastone scorciato in banda, distintivo dei vari rami cadetti; il bastone scorciato in sbarra e il filetto in sbarra, distintivi di bastardigia; oppure aggiungendo altre pezze come la cotissa, il cantone, la cinta, o figure come il giglio, il crescente, la stella, la conchiglia, la rosa, il bisante, la crocetta ecc. Questo è il metodo decisamente più diffuso in quanto modifica ma non altera l’arma di origine.

i) Aggiungendo partizioni, il cui uso deriva dalla concessione di feudi ai rami cadetti che inquartavano o partivano l’arma di appannaggio con quella originaria della famiglia. Furono usati, inoltre, altri metodi di b., soprattutto nell’araldica tedesca e in quella inglese, che differenziavano il cimiero o aggiungevano pezze di b. ai supporti. In Spagna la b. più frequente era la bordura; in Inghilterra il primogenito brisava lo stemma con il lambello a tre pendenti, il secondogenito con il crescente, il terzogenito con la rotella di sperone ecc.; in Francia il secondogenito usava il lambello, il terzogenito la bordura semplice, il quartogenito la bordura dentata, merlettata, bisantata, gli altri cadetti usavano il bastone o la bordura; per quanto riguarda il primogenito non tutti gli araldisti sono d’accordo che usasse una b. anche se è certo che il delfino di Francia brisava l’arma paterna (tre gigli d’oro in campo azzurro) con un bastone composto di argento e di rosso, caricato da un delfino d’azzurro, oppure inquartando l’arma di Francia con quella del Delfinato.

Vedi anche
supporto araldica Figure poste ai lati dello scudo in atto di sostenerlo o in atto di sostenere elmi, corone o cappelli. I supporto, che fanno parte degli ornamenti esteriori (➔ ornamento) dello stemma, si distinguono in tenenti o figure umane (comprendono anche angeli e sirene), sostegni o figure inanimate ... cimiero Figura in rilievo posta sopra l’elmo o sopra la corona di grado (v. fig.). La sua origine si fa risalire all’antico uso dei guerrieri di difendersi la testa con spoglie di animali feroci (leoni, orsi, lupi, draghi ecc.) allo scopo di spaventare il nemico e apparire più imponenti nella mischia. Nel Medioevo, ... arme (o arma) Sinonimo di stemma (➔) e di blasone (➔), l’arme è il complesso di tutte quelle figure, pezze, smalti, partizioni, ornamenti esteriori, raffigurati secondo determinate regole, che servono a contrassegnare persone, famiglie, enti civili ed ecclesiastici. Il termine deriva dall’armatura che i cavalieri ... banda araldica Una delle pezze (➔) dello scudo.  biologia banda elettroforetica Zona ristretta su una matrice (carta, gel ecc.), corrispondente a una proteina, a un acido nucleico o a loro costituenti, separata da una miscela mediante applicazione di un campo elettrico (➔ elettroforesi).  elettronica banda ...
Categorie
  • ARALDICA E TITOLI NOBILIARI in Storia
Tag
  • DELFINO DI FRANCIA
  • MAGGIORASCATI
  • CONTROFILETTO
  • INGHILTERRA
  • CARLO VII
Vocabolario
briṡura
brisura briṡura s. f. [dal fr. brisure, der. di briser, propr. «rompere, fare in pezzi»]. – Alterazione di un’arme gentilizia fatta per distinguere i diversi rami d’una famiglia o le linee illegittime; l’alterazione più in uso consiste...
briṡare
brisare briṡare v. tr. [dal fr. briser, propr. «rompere»]. – In araldica, alterare un’arma mediante brisura.
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