Pittore greco (4º sec. a. C.), uno dei maggiori artisti del suo secolo. Pur se delle sue opere non ci è giunto nulla, i molti aneddoti su di lui ci danno molti particolari della sua tecnica e del suo amore per la precisione.
Pittore greco, figlio di Pitea e fratello di Ctesiloco, nato a Colofone, ma dimorante a Efeso e a Coo; insieme con Protogene uno dei maggiori artisti del 4º secolo, ritrattista aulico di Alessandro. Allievo di Eforo da Efeso e poi di Panfilo da Anfipoli, fu dotato sia di grande abilità nel disegno sia di senso coloristico e luministico. Nulla è giunto fino a noi della sua opera; ma si diceva ad esempio che nell'Alessandro con il fulmine (a Efeso) le dita e il fulmine sembrassero emergere dalla superficie, mirabili gli effetti di scorcio che sapeva rendere, come quello del volto nel quadro dell'Eracle, raffigurato di dorso. Famosa l'Afrodite Anadiomene a Coo, che Augusto portò a Roma; per essa A. ebbe a modello Frine o Pancaspe. Adoperò solo i quattro colori fondamentali traendo molteplici effetti coloristici che sono presupposti anche dalle personificazioni del Tuono, del Lampo e del Fulmine, e della celebre Calunnia, con vari toni nelle carni delle figure, il tema ispirò poi il Botticelli. Eseguì anche quadri di altre personificazioni e molti ritratti di personaggi del tempo. Si narrano di A. molti aneddoti, a testimonianza della sua tecnica e del suo amore per la precisione: esponeva i quadri a un balcone, e si nascondeva poi per sentire le critiche dei passanti: corresse così i sandali a una figura, in seguito alle critiche mosse da un ciabattino, che ammonì poi a limitare la sua critica alla scarpa (ne sutor ultra crepidam); rimproverò un allievo di aver dipinto un'Elena più ricca di gioielli e di sfarzo che esteticamente bella. Si dice che non lasciasse passare un giorno senza tirare una linea (nulla dies sine linea): il suo virtuosismo disegnativo è anche illustrato dall'aneddoto sulla visita allo studio di Protogene assente, dove tirò una sottile linea attraverso un quadro; Protogene al ritorno la divise con una più sottile, che egli riuscì a spaccare ancora con una terza sottilissima.