In biologia, a. genica: fenomeno per cui una cellula può moltiplicare più volte un gruppo di geni e cioè produrre un gran numero di copie di segmenti di DNA. Ciò avviene generalmente quando le cellule debbono far fronte all’aumento di esigenze che possono determinarsi in particolari momenti del ciclo cellulare.
Esempi di a. genica non programmata sono l’a. di particolari geni dovuta all’esposizione a sostanze tossiche, che determina presumibilmente alcuni dei fenomeni di resistenza ai farmaci presenti nelle cellule tumorali, e l’a. di particolari geni che determina la loro conversione in oncogeni. Talvolta il DNA amplificato può rimanere legato alle altre sequenze di DNA non amplificate dei cromosomi, oppure può formare piccoli frammenti di cromatina nel nucleoplasma circostante. I frammenti associati al cromosoma, se sufficientemente estesi, diventano visibili in metafase come regioni chiamate HSR (Homogeneously Staining Regions) perché, dopo colorazione differenziale dei cromosomi, non mostrano il tipico bandeggio. I frammenti amplificati indipendenti assumono invece spesso la forma di cromosomi soprannumerari, di dimensioni minuscole, duplicati ma non divisi (double minutes).
È detta comunemente a. anche la moltiplicazione di piccoli tratti di DNA effettuata in vitro mediante la tecnica della PCR (➔), in cui l’oligonucleotide usato come innesco è detto amplimero.