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Kiārostamī, ̔Abbās

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Regista e sceneggiatore cinematografico iraniano (Teheran 1940 - Parigi 2016). Tra i più importanti cineasti contemporanei, ha esordito negli anni Settanta, diventando noto in Europa nel 1987 con Dov'è la casa del mio amico? I film di K., raro esempio di coerenza stilistica, rigore e libertà creativa, sono fondati su un sentimento morale dello sguardo, che indaga paesaggi esteriori e interiori (riferiti cioè alla verità antropologica e a quella psicologica) di personaggi semplici, ascoltati nella loro realtà quotidiana e nel difficile contesto dell'Iran contemporaneo; ma anche su un'acuta consapevolezza del dispositivo filmico e dei processi di finzione da esso messi in atto, con una tensione metalinguistica mai gratuita e sempre emozionante. Tra le sue opere: Nimā-i nazdīk (Close-up, 1990), Ṭa̔m-i gilās (Il sapore della ciliegia, 1997), Ten (2002).

Vita e opere

Nel 1969 ha fondato la sezione per il cinema dell'Istituto per lo sviluppo intellettuale di bambini e adolescenti, che ben presto è diventato un centro di studio e di ricerca per la nuova cinematografia iraniana. All'inizio degli anni Settanta è stato autore di alcuni cortometraggi, prima di esordire nel lungometraggio con Musāfir ("Il viaggiatore", 1974). Ha poi diretto Guzarish ("Il rapporto", 1977) e il documentario Awwalihā ("Gli alunni della prima classe", 1984). Con Khāne-i dūst kugiāst? (Dov'è la casa del mio amico?, 1987) si è fatto conoscere dalla critica internazionale al festival del cinema di Locarno. Lo stile semidocumentaristico, la commistione tra reale e fantastico, la particolare attenzione al sonoro e, dal punto di vista tematico, all'universo infantile e adolescenziale, hanno caratterizzato i successivi Mashq-i shab ("Compiti a casa", 1989), il già citato Nimā-i nazdīk, Zindigī idāmi dārad (E la vita continua, 1990), Zīr-i dirakhtān-i zeytun (Sotto gli ulivi, 1994), con cui è diventato noto presso il pubblico europeo. Il suo stile raggiunge una particolare capacità espressiva nel già ricordato Ṭa̔m-i gilās, premiato a Cannes con la Palma d'oro. Con Bād mā-rā khāhad burd (Il vento ci porterà via, 1999) ha ottenuto il Gran premio speciale della giuria al festival di Venezia. Nel 2000, per raccontare la piaga dell'Aids, si è recato in Uganda a girare ABCAfrica (2001); nel 2002, con Ten, ha dato prova del suo talento innovativo; del 2005 è Ticket e del 2010 Copie conforme, dei quali ha curato la regia e la sceneggiatura. Nel 2012 ha presentato al Festival di Cannes Like someone in love.

Vedi anche
Jafar Panahi Regista iraniano (n. Mianeh 1960). Autore di corto e mediometraggi per la televisione iraniana, è stato assistente del regista A. Kiārostamī. Tra le voci più interessanti e originali del nuovo cinema iraniano, ha puntato lo sguardo sul mondo dell'infanzia e sulla condizione femminile del suo Paese con ... Mohsen Makhmalbaf Regista, sceneggiatore e montatore cinematografico iraniano (n. Teheran 1957). Ha esordito dietro la macchina da presa con Tubeh-i nusūh ("Pentimento definitivo", 1982), seguito da Isti̔āza ("Rifugiarsi in Dio", 1984), Du chashm-i bī sū ("Due occhi senza luce", 1984) e Bāykot ("Il boicottaggio", 1985). ... Ermanno Ólmi Regista cinematografico e teatrale italiano (Bergamo 1931 - Asiago 2018). Dopo aver esordito raccontando l'umile Italia degli anni Cinquanta, Olmi, Ermanno ha analizzato la civiltà contadina scavando nel suo passato remoto e ritrovandone le radici antropologiche con L'albero degli zoccoli (che, vincendo ... Juliette Binoche Attrice francese (n. Parigi 1964), ha iniziato a lavorare giovanissima in televisione nei primi anni Ottanta. È stata scelta per un ruolo secondario da Binoche, Juliette-L. Godard in Je vous salue Marie (1985) e, successivamente, da A. Téchiné (Rendez-vous, 1985) e L. Carax (Mauvais sang, 1986; Les amants ...
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Vocabolario
semel abbas, semper abbas
semel abbas, semper abbas (lat. «[chi è stato] una volta abate, [resta] sempre abate»). – Proverbio, di origine prob. medievale, con cui si intende affermare che il carattere sacerdotale è indelebile, non si perde cioè neppure mutando d’abito...
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