Nome comune dei Rettili Squamati Serpenti rappresentanti della famiglia Viperidi, comprendente circa 32 generi e oltre 200 specie. Le v. sono serpenti solenoglifi velenosi, a diffusione quasi cosmopolita, diffusi in Europa, Asia, Africa, America; mancano in Australia, Nuova Zelanda, Madagascar e in altre isole. Di dimensioni e forma varie, da 50-80 cm di lunghezza fino a oltre 1,5 m, hanno testa subtriangolare in genere ben distinta dal tronco, talora piccola, tronco di notevole diametro rispetto alla lunghezza e coda breve, dotata di una certa prensilità. Le ossa facciali mobili permettono, quando il serpente spalanca la bocca abbassando la mandibola, lo spostamento in avanti dell’arcata costituita dall’osso quadrato (che si appoggia al sopratemporale), dallo pterigoideo e dal trasverso, con conseguente rotazione dell’osso mascellare, corto, ed erezione dei denti canalicolati o denti del veleno. Questi, 1 o 2 per ciascun mascellare, in condizione di riposo sono adagiati contro la volta della bocca, con la punta rivolta all’indietro; una volta usurati, sono sostituiti da una nuova coppia. I denti sono collegati alla ghiandola del veleno, situata in profondità, tra la commissura delle labbra e l’occhio. Per lo più ovovivipare, le v. hanno abitudini varie; comprendono specie viventi alla superficie del suolo o in profondità, sugli alberi, nell’acqua.
La sottofamiglia Viperini raggruppa la maggior parte dei generi, diffusi in Europa, Asia, Africa; fra i più noti Vipera, Bitis, Cerastes, Echis, Causus. La specie più diffusa in Italia, comune in ogni regione (esclusa la Sardegna, priva di Viperidi), è la v. comune o v. aspis o aspide (Vipera aspis), con testa larga ben distinta dal collo, muso lievemente rivolto all’insù, tronco grosso e coda molto breve; lunghezza di 60-65 cm nella femmina, 65-70 cm nel maschio. La colorazione superiormente è grigiastra, con macchie nerastre che fondendosi possono assumere l’aspetto di una striscia a zig-zag lungo la regione vertebrale. Diffuso in Italia settentrionale e sulle montagne è il marrasso (V. berus), di dimensioni superiori alla precedente, con testa poco distinta dal tronco e muso non rivolto in alto. Si conoscono esemplari del tutto neri, in genere predomina il grigio nelle parti superiori, talora con una striscia a zig-zag lungo il dorso. Più piccola di ambedue le specie precedenti è la v. dell’Orsini (V. ursinii) che non supera i 50 cm; in Italia è limitata all’Appennino centrale, anche a notevole altitudine. Nella parte orientale della penisola (Bellunese, Friuli, Trentino, Venezia Giulia, dove è più frequente) si rinviene la v. dal corno o ammodite (V. ammodytes), distinguibile dalle altre v. italiane per una protuberanza conica, lunga alcuni millimetri, rivolta in alto, all’estremità del muso. Ha le parti superiori grigio giallastre con una striscia nera a zig-zag mediana dorsale.
Il morso della v. con conseguente inoculazione del veleno, ad azione emotossica, produce reazioni infiammatorie e contrattura dolorosa dei muscoli nella zona colpita; tale condizione può durare parecchi giorni. Nei casi di tossiemia più grave possono intervenire reazioni congestizie delle mucose, emorragie multiple, cui succede stupore, sonnolenza, anestesia, incoscienza e infine paralisi respiratoria e cardiaca. V. di mare Specie (Ophichthus serpentinus) di pesce Osteitto Attinopterigio Anguilliforme Ofictide. Pesce v. Specie (Chauliodus sloani) di pesce Osteitto Attinopterigio Salmoniforme Stomide abissale, presente anche nel Mediterraneo fino a 3500 m di profondità.