Famiglia di comici italiani. Capostipite Luigi (Firenze 1781 - Bologna 1841), uno dei maggiori comici della prima metà dell'Ottocento. Studente dapprima in legge, poi in chirurgia, nel 1804 esordì a Perugia in una compagnia di guitti e nel 1806 si affermò con A. Bianco a fianco di G. De Marini. Nel 1809 passò nella compagnia Dorati e dopo tre anni nella Belli-Blanes, ottenendo clamorosi successi. Capocomico con A. Venier, nel 1816 al Valle di Roma come promiscuo nella compagnia del principe Torlonia, la sua fama andò crescendo. Proprietario di due teatri a Roma e impresario del teatro Apollo, alcuni suoi tentativi di mettere in scena dei balli lo rovinarono completamente. Entrato nella compagnia Fabbrichesi a Milano, nel 1820 nella compagnia Reale, sempre col Fabbrichesi, recitò al teatro dei Fiorentini di Napoli e di lì passò nel 1829 alla compagnia Reale Sarda fino al 1841, anno in cui passò alla direzione della Stabile milanese. Intelligente, fine, studioso, si distinse soprattutto nella commedia goldoniana. Suoi figli: Angelo (Firenze 1828 - Milano 1889), esordì con G. Modena, per passare in seguito alla compagnia Lombardia con A. Bon; dal 1847 al teatro dei Fiorentini di Napoli, nel 1861 entrò nella compagnia di A. Morelli, poi nel 1864 ritornò a Napoli con Majeroni; Gaetano (n. Milano 1825 - m. 1862) si dette alle scene dopo la morte del padre; la malattia mentale lo costrinse al ritiro; Pietro (Padova 1827 - Bologna dopo il 1904) esordì nel 1847: fu attore modesto; Leopoldo (Brescia 1832 - Milano 1913), fu ottimo brillante e fu anche il primo in Italia a rappresentare le parodie musicali di grandi successi drammatici od operistici.