tritoni e salamandre
Gli Anfibi Urodeli come i tritoni e le salamandre conservano un aspetto arcaico, simile a quello degli Anfibi primordiali, caratterizzato dalla presenza di una coda e di quattro arti. Esistono specie che vivono permanentemente nelle acque dolci e altre che si recano in acqua soltanto nel periodo riproduttivo; altre ancora si sono completamente svincolate da questo ambiente, ma in tal caso conducono una vita notturna o legata ad habitat forestali umidi. Sono tutti predatori che inghiottono interamente la loro preda. Molte specie sono vivacemente colorate e producono sostanze tossiche difensive
Molte persone confondono le salamandre – Anfibi Urodeli – con le lucertole – Rettili Squamati – a causa della loro somiglianza esteriore. L’ordine degli Urodeli, detti anche Caudati, comprende circa 500 specie diffuse in gran parte dell’emisfero boreale e dell’America Meridionale. La presenza della coda è un carattere primitivo e peculiare di quest’ordine: infatti è presente negli Anfibi fossili più antichi, vissuti nell’Era Paleozoica, anche se questi non sono progenitori diretti degli Urodeli attuali (salamandre e tritoni). Invece la coda è assente negli altri due ordini di Anfibi viventi (Anuri e Apodi). Le larve degli Urodeli nascono fornite di branchie esterne, e sviluppano le zampe anteriori prima di quelle posteriori – al contrario degli Anuri. Diventati adulti, generalmente perdono le branchie ma conservano la coda.
Negli Urodeli troviamo tutte le possibili strategie riproduttive: fecondazione interna ed esterna, oviparità e viviparità, sviluppo diretto e indiretto, compresa la neotenia (anfibi). La grande maggioranza degli Urodeli pratica la fecondazione interna: ciò significa che l’unione tra spermatozoo e uovo avviene nel corpo della femmina (come nei Mammiferi, negli Uccelli e nei Rettili).
Tuttavia, i maschi degli Urodeli non possiedono un organo copulatore e la fecondazione avviene in un modo piuttosto strano: il maschio emette una spermatofora – cioè un pacchetto di spermatozoi – nell’acqua o sul terreno. La femmina, eccitata dal corteggiamento del maschio che si esibisce con una parata nuziale ed emette feromoni – sostanze chimiche stimolanti –, si avvicina alla spermatofora e la fa penetrare nel proprio orifizio urogenitale.
Nelle specie ovipare acquatiche, come i tritoni (Triturus carnifex, Triturus vulgaris), la femmina piega le foglie delle piante acquatiche e vi depone le uova una per una, in modo da nasconderle alla vista dei pesci. Nelle specie vivipare acquatiche, come la salamandra pezzata (Salamandra salamandra), la femmina partorisce numerose larve già formate. Nelle specie ovipare terrestri, come i geotritoni (Speleomantes), la femmina depone poche uova in una piccola cavità e rimane a sorvegliarle fino alla nascita dei piccoli, già metamorfosati. Nelle specie vivipare terrestri, come la salamandra alpina (Salamandra atra), l’incubazione delle uova e la metamorfosi avvengono all’interno del corpo materno.
Si chiama neotenia quel fenomeno per cui nell’adulto, anche dopo il raggiungimento della maturità sessuale, si mantengono caratteristiche morfologiche giovanili come la presenza delle branchie. Ciò comporta il fatto che gli adulti rimangono vincolati all’ambiente acquatico per tutta la loro vita. La neotenia può essere facoltativa oppure obbligatoria: nel primo caso, essa è legata a particolari fattori ambientali e non riguarda tutti gli individui di una specie, ma solo alcune popolazioni o un certo numero di individui all’interno della stessa popolazione. Invece, la neotenia obbligatoria interessa tutti gli individui di una determinata specie. Il vantaggio di questa ‘eterna giovinezza’,– cioè adulti che conservano un aspetto giovanile – si ha quando esistono acque permanenti e ricche di risorse alimentari che rendono estremamente conveniente rimanere nell’ambiente acquatico anziché avventurarsi in quello terrestre rischiando la disidratazione e la penuria di cibo.
Fra le specie neoteniche obbligatorie ricordiamo la famiglia dei Proteidi e quella dei Sirenidi. I Proteidi comprendono solo 6 specie: cinque appartengono al genere Necturus e si trovano nel sud degli usa e nel Messico; l’altra appartiene al genere Proteus ed è limitata alle acque sotterranee del Carso triestino e di ambienti analoghi della ex Iugoslavia. Presentano zampe più o meno ridotte e ciuffi branchiali ben sviluppati. Il proteo (Proteus anguinus) possiede occhi rudimentali e la pelle priva di pigmenti – è bianco rosato – poiché vive in ambienti senza luce. La distribuzione discontinua dei Proteidi suggerisce che si tratta di una specie relitta, cioè che questa famiglia era più largamente distribuita nel passato e che ha subito una forte riduzione in tempi successivi.
La famiglia Sirenidi comprende solo quattro specie, esclusive della parte sudorientale degli USA. Diversamente dai Proteidi, sono privi di arti posteriori.
La famiglia Criptobranchidi comprende solo due generi e tre specie, tutte di notevoli dimensioni. Le salamandre giganti del Giappone e della Cina (Andrias japonicus e Andrias davidianus) sono i più grandi Anfibi viventi poiché possono raggiungere quasi 2 m di lunghezza; invece, la salamandra alligatore dell’America Settentrionale (Cryptobranchus alleganiensis) non supera i 75 cm. Hanno un corpo piatto e vivono sul fondo dei torrenti bene ossigenati, dove catturano pesci, anfibi, gamberi e vermi. Respirano principalmente attraverso la pelle, che è assai vascolarizzata e piena di pieghe per aumentarne la superficie. Rappresentano un ramo molto primitivo nell’ambito degli Urodeli e sono imparentate con gli Inobidi, una famiglia diffusa nell’Asia orientale. È interessante la presenza della salamandra alligatore nell’America Settentrionale, a testimoniare gli antichi collegamenti geografici con l’Asia. I Criptobranchidi sono gli unici Urodeli che presentano con sicurezza una fecondazione esterna come quella dei Pesci e degli Anuri. Questi grossi Urodeli vengono spesso consumati nella cucina tradizionale cinese, anche se oggi sono specie protette, in quanto a rischio di estinzione.
Quasi due terzi degli Urodeli appartengono alla famiglia Pletodontidi, caratterizzata dall’assenza di polmoni. La respirazione avviene attraverso la pelle in ambiente umido. Queste salamandre sono diffuse quasi esclusivamente in America e presentano due soli generi in Eurasia. Il primo di essi (Speleomantes) si trova soltanto in Italia e in una ristretta zona delle Alpi Marittime francesi; comprende sette specie, di cui quattro sono endemiche della Sardegna. Il secondo genere comprende una sola specie (Karsenia koreana), scoperta nel 2005 in Corea, ed è una delle novità zoologiche più interessanti degli ultimi anni. Infatti, tale scoperta rappresenta il collegamento biogeografico che mancava fra i Pletodontidi italiani e quelli nordamericani. La rarità dei Pletodontidi in Eurasia si deve probabilmente alla competizione con i Salamandridi, che sono molto abbondanti in questo continente.
Uno degli obiettivi dell’alchimia era la produzione della pietra filosofale, sostanza capace di guarire ogni malattia e di trasformare i metalli in oro, in base al presunto principio della trasmutazione. Nelle diverse e contraddittorie fonti degli alchimisti, la parola salamandra veniva attribuita a un animale immaginario – urodelo o lucertola? – che si riteneva resistente al fuoco o che veniva talvolta bruciato per ricavarne la pietra filosofale e infine l’oro.