Famiglia di shōgun che governò il Giappone per oltre 250 anni; prende nome da una borgata del villaggio di Serata (prefettura di Gumma), dove Nitta Yoshisue si stabilì (inizî sec. 8º), adottandone il nome e divenendo perciò il capostipite della famiglia che, attraverso i Nitta, è un ramo dei Minamoto (v.), discendenti, a loro volta, dall'imperatore Seiwa (859-876). Primo shōgun della famiglia T. fu Ieyasu (n. 1542 - m. 1616); già generale di Oda Nobunaga e di Toyotomi Hideyoshi, dopo la morte di quest'ultimo prese le armi contro suo figlio Hideyori. Battuti i suoi nemici a Sekigahara, si fece nominare shōgun (1603) dall'imperatore, instaurando sulle rovine della società feudale un regime che assicurò al Giappone una lunga epoca di pace, nell'isolamento dalle correnti culturali esterne. Iemitsu (Edo, od. Tokyo, 1604 - ivi 1651), terzo shōgun della famiglia (dal 1623 alla morte), perfezionò il sistema del nonno Ieyasu, introducendo il sankin kotai. Dal 1641 perseguì l'isolamento del Giappone dal mondo esterno, represse il cristianesimo e confinò gli Olandesi a Deshima. Ienobu (n. 1662 - m. 1713), sesto shōgun della famiglia (dal 1709 alla morte), ebbe come consigliere Arai Hakuseki; cercò di rimediare alla politica finanziaria del suo predecessore, di cui abolì alcune leggi eccessivamente severe. n Iemochi (n. 1846 - m. 1866), quattordicesimo shōgun della famiglia (dal 1858 alla morte), dovette fronteggiare da un lato una crescente ostilità nei confronti dello shogunato, dall'altro le richieste delle potenze europee al Giappone di nuovi trattati e concessioni. Yoshinobu (Edo, od. Tokyo, 1837 - ivi 1913), detto anche Keiki, fu il quindicesimo e ultimo shōgun Tokugawa. Figlio di T. Nariaki, signore di Mito, fu adottato dalla famiglia Hitotsubashi e alla morte di Iemochi gli successe (1866) nella carica. Dopo la sconfitta del suo esercito per mano di una coalizione di samurai favorevoli ai rapporti con l'Occidente (dic. 1867), rimise (1868) titolo e dignità nelle mani dell'imperatore Mutsuhito.