Proposta nel 1972 da J. Tobin per penalizzare le transazioni finanziarie puramente speculative, stabilizzare i mercati e raccogliere risorse utili per obiettivi globali (ad esempio la lotta alla povertà estrema), prevede la tassazione di tutte le transazioni finanziarie effettuate a livello mondiale con un’aliquota tra lo 0,1% e l’1%. Non ha mai trovato applicazione fino ad oggi, tuttavia viene proposta da più parti nelle fasi di maggiore instabilità dell’economia internazionale; nel settembre del 2011 la Commissione europea ha presentato una proposta di introduzione della T.t. nell’eurozona a partire dal 2014, sostenendo che porterebbe alle casse comunitarie circa 55 miliardi di euro l’anno. Non manca però chi si oppone a tale misura; secondo molti analisti la tassa può risultare efficace solo se imposta a livello mondiale e gestita da un’istituzione internazionale (magari le Nazioni Unite), perché se venisse introdotta solo nell’eurozona provocherebbe lo spostamento delle transazioni su piazze finanziarie non tassate, accrescendo la speculazione invece di scoraggiarla. Tra i principali leader politici europei sostenitori della T.t. figurano N. Sarkozy (che l’ha proposta al vertice franco-tedesco del 9 gennaio 2012), A. Merkel e M. Monti. Decisamente contrario invece D. Cameron, che teme per gli introiti della City londinese (una delle più importanti piazze finanziarie del mondo).