svastica Segno simbolico di significato discusso, attestato in civiltà diverse sin dall’età litica (Sudan occidentale, Guinea superiore ecc.), nell’area indo-mediterranea antica e nell’Europa barbarica. Consiste in una croce a 4 bracci di uguale lunghezza, terminanti con uncini volti in senso orario o antiorario (in India sempre in senso orario), da cui il tedesco Hakenkreuz e l’italiano croce uncinata o a quattro battenti (il fr. croix gammée, croce gammata, si riferisce all’uncino volto a destra, nella forma del gamma greco).
Nei paesi germanici, dove fu impiegata come oggetto apotropaico e come motivo ornamentale di fibbie, fermagli ecc., la s. è di provenienza straniera, pur apparendo già in incisioni rupestri e in oggetti dell’età del Bronzo. In Scandinavia è associata al martello di Thor. Il senso di movimento impresso alla croce dagli uncini volti verso destra corrisponde al moto apparente del sole: nell’India antica la s. orientata a destra è infatti un simbolo solare. Nel Tibet la s. (gyuṅ druṅ) acquista rilievo simbolico-religioso fondamentale: nella forma indiana fa parte del patrimonio simbolico del lamaismo, ma nella forma opposta (con gli uncini volti in senso antiorario) è il segno base di qualificazione del Bon prebuddhistico. Tale inversione di orientamento caratterizza anche l’uso bon del mulino delle preghiere e il giro cerimoniale dei templi. Nell’area indomediterranea la s. appare nel tardo Neolitico (intorno al 4000 a.C.) a Susa; poi nelle civiltà egeo-anatoliche (Creta, Troia, Cipro) e nelle regioni danubiane. Talora (per es., tra i Celti) il segno ha una forma a bracci ondulati. Prima di ogni ipotesi sul significato o sui significati religiosi del segno è necessario tener conto del nesso formale che intercorre tra s. e meandro, tra meandro e spirale. La tenace sopravvivenza del simbolo è documentata, in iscrizioni, dall’arte funeraria cristiana tra il 2° e il 4° secolo.
L’assunzione della s. a simbolo del partito nazionalsocialista tedesco si dovette all’erronea convinzione della sua origine indoeuropea o ‘ariana’ in senso antisemitico (tesi dell’ideologo G. von List, in Die Bilderschrift der Ario-Germanen, 1910).