storioni e altri pesci primitivi
Ricercati per le loro uova
I Condrostei sono pesci muniti, come gli Osteitti, di un insieme di ossicini che ricoprono le branchie (opercolo) ma, come i Condroitti, hanno uno scheletro prevalentemente cartilagineo. Pertanto, da questo punto di vista, possono considerarsi una fase di transizione fra le altre due classi. Sono rappresentati da un solo ordine, gli Acipenseriformi. Tutte le specie, ma in particolare gli storioni, vengono sfruttate per la carne e per le uova, che costituiscono il pregiato caviale. Gli Olostei, invece, sono un altro gruppo di Osteitti primitivi che risalgono all’Era Mesozoica e sopravvivono nelle acque dolci dell’America Settentrionale
Gli Acipenseriformi sono Osteitti primitivi, i cui resti fossili risalgono ad almeno 200 milioni di anni fa. Esclusivi dell’Emisfero Boreale, si trovano nei mari e nelle acque dolci dell’Eurasia e dell’America Settentrionale. La famiglia Acipenseridi comprende circa 25 specie, i cosiddetti storioni, famosi per le loro uova da cui si produce il caviale. In Europa sono diventati molto rari ma si trovano ancora numerosi nei fiumi che sboccano nel Mar Nero e nel Mar Caspio.
Si tratta di pesci di grandi dimensioni, il cui aspetto ricorda quello degli squali: infatti hanno un corpo affusolato, a sezione cilindrica, e una coda eterocerca, cioè con il lobo superiore più sviluppato. Anche la bocca ricorda quella degli squali per via della posizione ventrale, tuttavia è completamente priva di denti che, presenti nei giovani, scompaiono nell’età adulta.
Diversamente dagli squali, gli storioni non possiedono fessure branchiali esterne ma sono provvisti di un opercolo come tutti gli Osteitti.
Fra la punta appiattita del muso e la piccola bocca si trovano quattro barbigli che servono per esplorare il fondo fangoso delle acque torbide in cerca di cibo. Questo è costituito da vermi, molluschi, crostacei e piccoli pesci che vengono percepiti con i barbigli e poi aspirati con la bocca. La pelle è praticamente nuda ma presenta cinque serie longitudinali di grandi scudi ossei. Quasi tutte le specie di Acipenseridi trascorrono la vita in mare o in grandi laghi salati, dove impiegano diversi anni – da 10 a 20 – per raggiungere la maturità sessuale. Nel periodo riproduttivo gli individui sessualmente maturi risalgono i fiumi per deporre le uova. Solo alcune specie trascorrono la loro vita interamente nelle acque dolci.
Le femmine degli storioni depongono alcuni milioni di piccole uova (con un diametro da 1 a 3 mm), di colore scuro. Da tempi assai antichi le imponenti produzioni di uova (ovature) degli Acipenseriformi hanno rappresentato una risorsa alimentare ricca di calorie per i popoli euroasiatici che vivevano lungo i grandi fiumi. In seguito, a causa della progressiva rarefazione degli storioni, il caviale è diventato un alimento di lusso, da spalmare sulle tartine nei ricevimenti dell’aristocrazia europea. Alla fine del 20° secolo, con l’aumento della domanda, questi pesci divennero sempre più rari. Oggi il commercio del caviale è regolato da leggi internazionali e da direttive europee, che incentivano l’allevamento anziché l’uccisione di esemplari in natura. Tuttavia, la maggior parte del caviale viene ancora raccolto uccidendo le femmine e spesso anche i maschi, a causa della difficoltà di distinguere i due sessi. Circa l’80% del caviale consumato in Europa proviene dai fiumi russi e iraniani che si gettano nel Mar Caspio; si tratta delle uova di storione ladano (Huso huso), storione russo (Acipenser gueldenstaedti) e storione stellato (Acipenser stellatus), rispettivamente noti con i nomi commerciali di beluga, osetra e sevruga.
Lo storione ladano è il più grande di tutti i pesci d’acqua dolce: il record sembra spettare a una femmina uccisa molti anni fa, che misurava 8,5 m e forse pesava 2 t comprese le uova. La vita di questi pesci è molto lunga: sembra che lo storione ladano possa raggiungere i 100 anni. Poiché si riproduce ogni 4÷8 anni e raggiunge la maturità sessuale a 20 anni, ogni femmina potrebbe deporre le uova una decina di volte nel corso della sua vita, ma i pescatori di caviale non le offrono, purtroppo, questa possibilità.
L’allevamento degli storioni consiste nel far nascere esemplari in cattività da uova raccolte in natura, portarli fino alla maturità sessuale e poi prelevare le uova dal corpo delle femmine con intervento chirurgico sotto anestesia. I maschi vengono usati per la produzione di carne o per programmi di riproduzione in cattività.
La famiglia Poliodontidi, di cui si conoscono forme fossili vissute 80 milioni di anni fa, comprende due sole specie viventi: il pesce spatola (Polyodon spathula) e il pesce gladio (Psephurus gladius). Il pesce spatola viveva nella parte orientale degli Stati Uniti e oggi sopravvive nel bacino del Mississippi, mentre il pesce gladio è esclusivo del Fiume Azzurro in Cina. Questa distribuzione geografica spezzata fra due specie strettamente imparentate si spiega con il fatto che questi pesci rappresentano veri e propri fossili viventi, cioè gli unici superstiti di linee evolutive che hanno avuto un grande successo in ere geologiche passate.
Entrambe le specie vivono fra le acque torbide dei grandi fiumi e migrano nei loro affluenti per deporre le uova. Ambedue possiedono, inoltre, un rostro appiattito all’estremità del muso, che nel pesce spatola ha una forma ellittica, mentre nel pesce gladio ricorda una spada. Questo rostro è ricco di terminazioni sensoriali e serve a esplorare l’ambiente sia per gli spostamenti sia per la ricerca del cibo.
L’alimentazione dei Poliodontidi si basa su piccoli crostacei, larve di insetti acquatici e piccoli pesci che vengono catturati ingurgitando acqua e filtrandola con le branchie. Il pesce spatola può raggiungere 2,5 m di lunghezza e 70 kg di peso. Il pesce gladio, di cui si sa pochissimo, sembra che possa raggiungere i 3 m e i 300 kg, anche se una vecchia segnalazione riporta la lunghezza di 7 m e 500 kg!
Come gli storioni, i Poliodontidi sono specie gravemente minacciate sia dalla pesca illegale (per le carni e il caviale) sia dalla costruzione di dighe che impediscono loro di raggiungere i luoghi di riproduzione.
Un altro superordine di Osteitti primitivi è quello degli Olostei, che comprende due ordini: Lepisosteiformi e Amiiformi. Entrambi rappresentano fossili viventi che nell’Era Mesozoica avevano prodotto numerose specie ma che oggi hanno pochissimi rappresentanti. I Lepisosteiformi (2 generi, 7 specie) sono distribuiti nelle acque dolci dell’America Settentrionale e Centrale. Vengono chiamati lucci alligatore per via della loro ferocia nei confronti dei pesci di cui si nutrono, motivo per cui vengono perseguitati dai pescatori pur non avendo carni prelibate. Hanno un aspetto inconfondibile dovuto alle mascelle allungate e sottili, munite di numerosi denti acuminati e tutti uguali tra loro. Il loro corpo è rivestito da squame grandi e robuste, attraversate da un disegno maculato e diverso da specie a specie. La pinna dorsale è spostata indietro, all’altezza della pinna anale: in questo modo entrambe le pinne collaborano con quella caudale per imprimere forza allo scatto in avanti verso la preda.
Gli Amiiformi comprendono una sola specie, l’amia calva (Amia calva), endemica della parte orientale degli Stati Uniti. Caratteristica della specie è una macchia nera e arancione a forma di occhio posta alla base della coda, ben evidente nei maschi. Crepuscolare e notturna, l’amia si nutre di grossi invertebrati e di pesci, e passa l’inverno nascosta tra la vegetazione sommersa. Il maschio prepara un nido rimovendo la vegetazione e il fango da una superficie tra i 30 e i 90 cm, dove l’acqua è profonda circa mezzo metro. Una o più femmine si avvicinano e, dopo un intenso corteggiamento, depongono migliaia di uova nel nido del maschio. Poi se ne vanno mentre il maschio rimane a custodire le uova e a proteggere i piccoli fino a quando questi raggiungono una quindicina di centimetri.