Turchia, storia della
In bilico tra due mondi
Sorta dopo la Prima guerra mondiale sulle ceneri dell’Impero ottomano, la Turchia fu dominata negli anni Venti e Trenta dalla figura di Kemal Atatürk e dal suo sforzo, solo parzialmente riuscito, di occidentalizzarne i costumi. Il paese appare ancora oggi percorso da forti tensioni: tra le cui cause giocano un ruolo importante l’indipendentismo curdo e il fondamentalismo islamico
Abitato sin da epoche remote, il territorio dell’attuale Turchia fece parte di potenti formazioni politiche, tra cui – per citare soltanto le più importanti – gli imperi persiano, romano e bizantino. A partire dal 13°-14° secolo, divenne il nucleo centrale dell’Impero ottomano, che durante l’Età moderna conobbe una straordinaria espansione in Asia, in Africa e nella stessa Europa. Entrato progressivamente in crisi nel 19° secolo, l’Impero ottomano si dissolse all’indomani della Prima guerra mondiale (1914-18), a cui aveva partecipato a fianco della Germania e dell’Austria-Ungheria.
Fu nel quadro di questa dissoluzione, sancita dal Trattato di Sèvres del 1920, che nacque la moderna Turchia. Dopo aspri scontri – in particolare con i Greci – i confini del nuovo Stato furono fissati nel 1923.
Nello stesso anno fu proclamata la repubblica, di cui divenne presidente Mustafà Kemal, detto Atatürk, cioè «padre dei Turchi».
Kemal Atatürk rimase al potere sino alla sua morte nel 1938. Egli instaurò un regime autoritario che produsse un enorme sforzo di modernizzazione del paese sul piano politico, sociale, economico e culturale, ispirato al modello di sviluppo occidentale.
Sotto la sua guida, infatti, l’Islam cessò di essere religione di Stato e fu promossa l’emancipazione delle donne, alle quali venne concesso nel 1934 il diritto di voto. Furono avviati un intenso processo di industrializzazione sotto la direzione dello Stato e, insieme a esso, un altrettanto rilevante sforzo di razionalizzazione delle strutture amministrative del paese.
Dopo la morte di Atatürk, la Turchia rimase neutrale per gran parte della Seconda guerra mondiale (1939-45), schierandosi infine, negli ultimi mesi del conflitto, al fianco delle potenze alleate. Membro della nato dal 1952, nel secondo dopoguerra il paese strinse forti legami con gli Stati Uniti. Sul piano interno esso rimase segnato per lungo tempo da una profonda instabilità e da gravi tensioni che tra gli anni Sessanta e gli anni Ottanta favorirono a più riprese la formazione di governi militari.
Questa instabilità è stata ulteriormente alimentata dai contrasti con la Grecia per il dominio su Cipro e dalla questione dell’indipendentismo dei Curdi, i quali, stanziati principalmente in un’ampia regione della Turchia (ma anche in Iran, Iraq, Siria, Armenia e Azerbaigian), sono stati sistematicamente oppressi dalle autorità turche. Il ricorso al terrorismo da parte di alcune formazioni politiche curde ha provocato feroci repressioni da parte del governo. Nella guerra successiva all’invasione irachena del Kuwait (1990-91), la Turchia si è schierata a fianco degli Stati Uniti e dell’onu. Nel quindicennio successivo, mentre perduravano le tensioni causate dal problema curdo, il paese è stato più volte scosso dalle violenze dei fondamentalisti islamici e dagli attentati terroristici da essi messi in atto.
In controtendenza rispetto all’originario progetto di occidentalizzazione e di secolarizzazione promosso da Kemal Atatürk, nell’ultimo periodo la Turchia ha conosciuto una significativa rinascita di tendenze islamizzanti, soprattutto sul piano sociale e culturale, ma con significativi effetti a livello politico. Per quanto riguarda la politica estera, i rapporti tra la Turchia e gli Stati Uniti si sono almeno in parte deteriorati in relazione alla guerra americana in Iraq (2003). Una vicenda assai complessa e tuttora aperta è quella dell’ingresso della Turchia nell’Unione europea, che ha sollevato molteplici obiezioni in Europa e nella stessa Turchia.