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Stendhal

di Alberto Beretta Anguissola - Enciclopedia dei ragazzi (2006)
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Stendhal

Alberto Beretta Anguissola

Il rosso della libertà e il nero della repressione

Stendhal è stato – insieme a Balzac – il maggior romanziere della Francia del primo Ottocento, ma le sue opere hanno avuto un successo tardivo perché atipiche nel romanticismo francese. L’acuta analisi dell’amore, il culto dell’energia vitale, la capacità di delineare ampi affreschi sociali fanno di Stendhal un narratore molto vicino alla nostra sensibilità contemporanea

Il rapporto con l’Italia

Stendhal è lo pseudonimo di Henri Beyle, nato a Grenoble nel 1783. Nel 1800 egli raggiunse l’esercito di Napoleone nell’Italia settentrionale: aveva diciassette anni e rimase folgorato dalla bellezza dei grandi laghi lombardi e dalla vivacità della vita culturale milanese. Dopo la sconfitta di Waterloo (1815) lasciò la vita militare, alternando soggiorni a Milano – da dove fu cacciato dalla polizia austriaca – e a Parigi. Con la rivoluzione del 1830 e l’avvento della monarchia liberale di Luigi Filippo poté accedere alla carriera diplomatica, e fu console francese a Civitavecchia per molti anni. I suoi primi libri passarono quasi inosservati, e scarso fu il successo di un capolavoro come Il rosso e il nero, del 1830. Ma nel 1839 La Certosa di Parma suscitò la recensione entusiasta del più grande romanziere del momento, Honoré de Balzac. Oltre a numerosi altri romanzi (Armance, Lucien Leuwen, Lamiel) e scritti autobiografici (Ricordi d’egotismo, Vita di Henry Brulard), molti dei quali incompiuti o pubblicati postumi, ci ha lasciato i racconti delle Cronache italiane (1837-39), liberi rifacimenti di vere cronache rinascimentali lette in manoscritto nelle biblioteche romane.

Ispirati all’Italia sono anche Roma, Napoli e Firenze, una Storia della pittura in Italia, Passeggiate romane. Stendhal morì a Parigi nel 1842.

Arrivismo e ribellione

Per i contemporanei Henry Beyle fu lo psicologo dell’amore e uno scrittore realista che aveva saputo rispecchiare la società francese ai suoi vari livelli. Così, per esempio, Julien Sorel, il protagonista di Il rosso e il nero, è figlio di un avaro artigiano, e inizia la sua scalata sociale come precettore dei figli del signor de Rênal, un ricco borghese, sindaco di una cittadina di provincia; ma poco a poco nasce un amore tra lui e la signora de Renâl. Julien diventa poi segretario di un aristocratico, il marchese de La Mole, la cui figlia Mathilde si innamora di lui. Quando, dopo varie vicissitudini, i due sono sul punto di sposarsi, tutto precipita a causa dell’arrivo di una lettera che la signora de Rênal ha dovuto scrivere su pressione del confessore: in essa Julien è accusato di arrivismo, ipocrisia e disonestà. In un impeto di folle rivolta e di rancore, il giovane ferisce a morte la prima donna amata, è condannato e ghigliottinato. All’interno del romanticismo francese, che all’inizio era stato monarchico e anti-illuminista, il liberale e anticlericale Stendhal rimase piuttosto isolato. Il «nero» è la Restaurazione, che soffoca i giovani; il «rosso» è la libertà, la vitalità della Rivoluzione francese e dell’epopea napoleonica. Lo stile è asciutto e limpido.

Fabrizio: un eroe perfetto

Per i lettori di oggi Stendhal è soprattutto colui che ci ha lasciato la più bella ed esaltante immagine della giovinezza, in particolar modo nella Certosa di Parma, il cui protagonista, Fabrizio del Dongo, è stato definito «il più perfetto eroe di romanzo». Le sue avventure ed esperienze amorose, a volte un po’ inverosimili, mettono in moto profondi e complessi processi simbolici. Fabrizio è il frutto dell’amore tra la marchesa del Dongo e un bell’ufficiale francese, venuto in Italia con Bonaparte. Avendo partecipato come volontario alla battaglia di Waterloo, Fabrizio deve andare in esilio a Parma, dove la marchesa Sanseverina, sua zia, può proteggerlo grazie alla amicizia col primo ministro. Rinchiuso nella Torre Farnese per l’uccisione di un uomo, si innamora di Clelia Conti, la figlia del governatore della prigione, ma la zia, inconsciamente attratta da lui, ostacola questa passione. Fabrizio non ha la forza di ribellarsi, e accetta la carriera ecclesiastica. Allaccia però una relazione con Clelia (che nel frattempo si è sposata), dalla quale nasce Sandrino, ma muore. Scomparsa anche Clelia, Fabrizio si ritira in una certosa e muore.

Una cronaca italiana

La Certosa di Parma nasce come «cronaca italiana», ricavata dal manoscritto Origini della grandezza della famiglia Farnese, dove si raccontano gli amori e le sregolatezze del giovane cardinale Alessandro Farnese (il futuro papa Paolo III), il quale, avendo ucciso un uomo in una rissa, era stato imprigionato in Castel Sant’Angelo, ma ne era fuggito legando tra loro alcuni lenzuoli. Innamoratosi del personaggio, Stendhal lo avvicinò ai suoi tempi modellando su di lui Fabrizio del Dongo.

Vedi anche
Prosper Mérimée Mérimée ‹merimé›, Prosper. - Scrittore francese (Parigi 1803 - Cannes 1870). Il padre, Léonor (Broglie, Eure, 1757 - Parigi 1836), pittore, gli insegnò alcuni fondamenti del disegno e della pittura. I suoi primi libri (Théâtre de Clara Gazul, 1825; La Guzla, 1827) sono finzioni letterarie, episodî drammatici ... Mario Bonfantini Critico letterario e romanziere italiano (Novara 1904 - Torino 1978); studioso di letteratura francese e italiana, è stato prof. di lingua e letteratura francese nelle univ. di Napoli e di Torino. Combatté, partigiano, in Val d'Ossola. Tra le sue opere: Vita, opere e pensieri di Ch. Baudelaire, 1928; ... Giuseppe Tomasi di Lampedusa Tomasi ‹-ʃi› di Lampedusa, Giuseppe. - Scrittore italiano (Palermo 1896 - Roma 1957). Di famiglia nobile, compose saggi e racconti che non diede però alle stampe. Enorme successo in Italia e all'estero ebbe un suo romanzo, Il gattopardo, pubblicato postumo (1958), che, ambientato in Sicilia all'epoca ... Domenico Barbaja Barbaja ‹-àia›, Domenico. - Impresario teatrale (Milano 1778 - Napoli 1841). Noto per aver fatto ricostruire, quale impresario dei teatri reali di Napoli (1809-40), l'edificio del S. Carlo di Napoli dopo l'incendio del 1816, e soprattutto per avere assunto (1815) quale compositore e direttore musicale ...
Indice
  • 1 Il rapporto con l’Italia
  • 2 Arrivismo e ribellione
  • 3 Fabrizio: un eroe perfetto
  • 4 Una cronaca italiana
Categorie
  • BIOGRAFIE in Letteratura
Tag
  • BATTAGLIA DI WATERLOO
  • ESERCITO DI NAPOLEONE
  • RIVOLUZIONE FRANCESE
  • ALESSANDRO FARNESE
  • HONORÉ DE BALZAC
Altri risultati per Stendhal
  • Stendhal
    Enciclopedia on line
    Pseudonimo dello scrittore francese Henri Beyle (Grenoble 1783 - Parigi 1842). Nato da famiglia della migliore borghesia, perse la madre in tenera età e crebbe nell'astio per il padre. La sua formazione spirituale fu essenzialmente di stampo illuministico. Premiato nel corso superiore di matematica ...
  • Stendhal
    Enciclopedia Dantesca (1970)
    (Henri Beyle) Nicolò Mineo Scrittore francese (Grenoble 1783 - Parigi 1842). Non si occupò sistematicamente di D. né contribuì originalmente alla conoscenza critica del suo capolavoro. Fu partecipe tuttavia, su posizioni laiche, del clima di riscoperta e riattualizzazione della poesia della Commedia ...
  • STENDHAL
    Enciclopedia Italiana (1936)
    Pietro Paolo Trompeo . Sotto questo pseudonimo, non si sa bene per quale ragione adottato, è universalmente noto lo scrittore francese Henri Beyle, nato a Grenoble il 23 gennaio 1783, morto a Parigi il 23 marzo 1842. Così la sua famiglia paterna come la materna appartenevano alla miglior borghesia: ...
Vocabolario
stendhaliano
stendhaliano 〈stendal-〉 agg. – Relativo a Stendhal 〈stẽdàl〉, pseudonimo dello scrittore Henri Beyle (1783 - 1842), uno dei maggiori romanzieri francesi del sec. 19°, alla sua opera, al suo stile: i personaggi s.; la vigorosa fantasia stendhaliana....
gialloparma
gialloparma (giallo Parma), loc. s.le m.e agg.le inv. Tonalità vivida e luminosa del colore giallo, caratteristica delle facciate di molti palazzi di Parma, già descritta nelle opere di Stendhal; di questa tonalità. ◆ L’ingresso del nuovo...
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