Vedi Southern African Customs Union dell'anno: 2015 - 2016
Unione doganale dell'Africa meridionale
L’Unione doganale dell’Africa meridionale (SACU) è la più antica unione doganale al mondo e nasce nei primi del Novecento, durante il dominio coloniale. Botswana, Lesotho, Sudafrica, Swaziland e Namibia – all’epoca solo membro de facto, in quanto provincia del Sudafrica sino al 1990 – siglarono l’atto costitutivo dell’Unione nel 1910, sulla base di un precedente accordo regionale del 1889 che regolava i rapporti commerciali tra la colonia britannica di Capo di Buona Speranza e la repubblica boera dello Stato Libero d’Orange.
I cinque fondatori stabilirono una tariffa esterna comune per tutti i beni importati, introdussero la libera circolazione dei manifatti nell’Unione, senza dazi né restrizioni quantitative, e idearono un sistema di condivisione delle entrate per distribuire i guadagni provenienti dai dazi doganali. Tuttavia il Sudafrica, in virtù della propria supremazia politica ed economica, ha sempre piegato a proprio favore gli strumenti della SACU, chiudendo Ha più volte chiuso le frontiere e sospeso i patti doganali, violando il Trattato del 1910 e colpendo duramente le economie dei membri, fortemente dipendenti dalle esportazioni – alimentari, energetiche e idriche – del Sudafrica. I trattati di regolamentazione della SACU sono stati rinegoziati nel 1969 e nel 2002 in contesti micro e macroregionali completamente mutati, ma con il punto fermo dell’egemonia del Sudafrica. Il più recente tra questi trattati contiene due principali innovazioni rispetto agli accordi precedenti: la creazione di un Segretariato amministrativo indipendente, con sede a Windhoek, e di nuovi organi direttivi politici, che garantiscono l’equa rappresentanza di tutti gli stati membri e migliorano la cooperazione nelle materie strategiche dell’Unione. Ribadendo l’obiettivo dell’integrazione politica, economica, sociale e culturale dei cinque stati nel rispetto delle economie dei membri più piccoli e meno sviluppati, il Trattato del 2002 ha revisionato il sistema di spartizione delle entrate provenienti dalle tariffe doganali, con l’introduzione di una nuova accisa.
La SACU si pone dunque come strumento di armonizzazione, convergenza e promozione dei cinque sistemi paese. Gli obiettivi includono: la riduzione della povertà; il consolidamento e la coesione del blocco dell’Unione, in modo che essa possa affermarsi come interlocutore autorevole per altre istituzioni internazionali e singoli paesi; la definizione di strategie comuni nel medio e nel lungo termine, in particolare in materia di facilitazioni commerciali e controlli doganali; la promozione di processi politici democratici e trasparenti.
Le ambizioni dell’Unione si scontrano tuttavia con un contesto regionale caratterizzato da notevole eterogeneità, sia nelle strutture economiche, politiche e culturali dei membri, che nei relativi rapporti di forza. Il Sudafrica ha un’economia molto più solida degli altri partner, che continuano a essere suoi satelliti. Nonostante la longevità, la SACU deve ancora superare grandi ostacoli per realizzare il processo di regionalizzazione rilanciato dal 2002. Il dibattito sul tema si è intensificato nell’ultimo biennio: il Consiglio dei ministri ha creato un Task Team con l’obiettivo di coadiuvare l’implementazione delle linee guida sancite nel 2002 e di affiancare il Consiglio dei ministri sui problemi del processo di regionalizzazione.
L’articolo 7 del Trattato dell’Unione istituisce sette organi: il Consiglio dei ministri, il Segretariato, la Commissione, i Corpi nazionali, il Consiglio tariffario, le Commissioni tecniche e il Tribunale. Il Consiglio dei ministri delle finanze o del commercio dei membri è l’organo decisionale della SACU. I suoi compiti più importanti riguardano la formulazione delle linee guida che gli altri istituti devono rispettare, la nomina del segretario esecutivo e dei membri del Consiglio tariffario e l’approvazione del budget da destinare a questi due organi e al Tribunale. La Commissione riunisce alti funzionari dei membri, crea i presupposti per nuovi accordi intergovernativi e appoggia il Consiglio nell’attività politica di decision making. Il Segretariato è un’istituzione permanente guidata dal segretario esecutivo, responsabile dell’amministrazione dell’Unione. Tra le sue funzioni strategiche si annoverano il coordinamento e la supervisione del Consiglio e della Commissione, la promozione di incontri e seminari su temi inerenti l’integrazione regionale, l’assistenza ai membri per definire strategie e politiche nazionali utili allo sviluppo economico interno, e la promozione dei negoziati riguardanti accordi commerciali dell’Unione con terzi.
Botswana, Lesotho, Namibia, Sudafrica, Swaziland.