(o Skoplje) Città capitale della Repubblica della Macedonia del Nord (526.502 ab. nel 2021), posta lungo il corso del Vardar sulla direttrice Belgrado-Salonicco. Quasi del tutto distrutta da un terremoto nel 1963, è stata ricostruita in forme moderne divenendo un importante centro industriale (industrie chimiche, metalmeccaniche, alimentari, del legno, del vetro, del tabacco). Centro culturale di rilievo, la città è inoltre il principale mercato agricolo e zootecnico del paese.
S. (lat. Scupi), probabilmente di origine illirica, fu nell’antichità il centro principale della Dardania. Nell’età dei Flavi vi fu dedotta una colonia di veterani romani. Distrutta nel 518 da un terremoto, fu riedificata da Giustiniano che la chiamò Iustiniana prima erigendola nel 535 a centro di un’archidiocesi. Nel 7° sec. vi si stanziarono gli Slavi, ma solo alla fine del 13° sec. entrò a far parte del regno di Serbia con Milutin (1282-1321). Passata nel 1395 sotto il dominio turco, vi rimase sino al 1912. Attribuita alla Serbia nel 1913, ma contesa e occupata nel 1915 dai Bulgari (che aspiravano all’annessione dell’intera Macedonia), nel 1918 entrò a far parte della Iugoslavia. Annessa alla Bulgaria nel 1941, tornò nel 1945 alla Iugoslavia, divenendo capitale della Repubblica Socialista di Macedonia. Con la dissoluzione della Jugoslavia, nel 1991 la Macedonia si proclamò Stato indipendente con capitale Scopje, assumendo nel 2019 la denominazione di Repubblica della Macedonia del Nord.
L’acquedotto, a 55 grandi archi, risale all’epoca di Giustiniano; della tarda antichità è forse anche la roccaforte (Dušanovgrad). Notevoli il minareto del sultano Murad (1430) e la moschea, quello di Gazi-Isa-Beg (1476) e il bazar Kursunlija-Han. Nei dintorni sono importanti monasteri bizantini (12°-14° sec.), ricchi di affreschi coevi, fra i quali quello di S. Pantelejmon (1164) nel villaggio di Nerezi.