Neurologo norvegese (Gransherad, Telemark, 1907 - Oslo 1991), prof. all'univ. di Bergen dal 1951 e poi, dal 1954, all'univ. di Oslo. Nel 1945 descrisse la malattia che porta il suo nome: è una eredoatassia emeralopica con polineurite; l'esordio è subdolo, fra i 4 e i 7 anni, ma anche più tardi, con polineurite motoria e sensitiva, specie all'estremità degli arti inferiori, con lieve atassia, retinite pigmentosa, emeralopia, cataratta; a volte sono presenti ipoacusia, ittiosi, alterazioni ossee. Caratteristica della sindrome è l'anormale eliminazione urinaria di acido fitanico, con deposito a livello nervoso e conseguente genesi di una neuropatia ipertrofica. L'ereditarietà della malattia è autosomica recessiva con difetto di acido fitanico-α idrosillasi; il decorso è progressivo, la terapia in generale deludente (dieta priva di clorofilla e di acido fitanico). Buoni risultati si sono osservati con restrizioni dietetiche nella assunzione di burro e grassi animali.