Nella mitologia delle antiche civiltà del Mediterraneo centro-orientale, mostro con corpo leonino e testa umana; in particolare, in Grecia, figura mostruosa (fig. 1) con volto femminile, petto, zampe e coda leonine, ali di uccello, derivata probabilmente da un’analoga figura egiziana (presente anche nel mondo vicino- e medio-asiatico).
Nel mito greco, la S. è figlia di Echidna e Ortro (il cane di Gerione) o, secondo un’altra versione, di Tifone. Connessa col ciclo tebano (➔ Edipo; Laio), appare inviata da Era a Tebe per punire il crimine di Laio: stabilitasi nei pressi della città, divorava i viandanti che non sapevano risolvere l’enigma da lei proposto («Qual è quell’animale che all’aurora cammina con quattro zampe, al pomeriggio con due, la sera con tre?»). Soltanto Edipo seppe dare la giusta risposta: «l’uomo»; per la disperazione la S. si precipitò in un baratro, uccidendosi.
Le s. sono Insetti Lepidotteri appartenenti alla famiglia delle Sfingidi, presenti in tutto il mondo con circa 1000 specie; di medie o grandi dimensioni, hanno corpo allungato e affusolato, ali anteriori lunghe e appuntite, a colori talvolta vistosi. Il volo veloce e potente rende possibile ad alcune specie lunghi tragitti. La spiritromba, atrofica o breve in qualche specie, raggiunge in altre lunghezze considerevoli (anche 25 cm); per mezzo di essa gli S. suggono il nettare dai fiori senza posarsi. Della corta e rigida spiritromba si serve Acherontia atropos (s. testa di morto; fig. 2) per forare gli opercoli dei favi e suggere il miele degli alveari. Le larve, con un caratteristico processo a corno o a verruca sull’8° segmento addominale, sono glabre, talvolta vivacemente colorate; vivono su molte piante. In Europa comprendono circa 20 specie tra le quali la s. del convolvolo e la s. del galio.