Satsuma
Antico feudo del Giappone, nella parte merid. dell’isola di Kyushu, oggi parte della prefettura di Kagoshima. Da esso prende nome la rivolta di S., l’ultimo sforzo del conservatorismo giapponese per opporsi all’occidentalizzazione del Paese. Dal Medioevo alla restaurazione Meiji, S. fu dominato dal potente clan degli Shimazu.
Sommossa che ebbe luogo nella provincia omonima nel 1877 (➔ Meiji). L’abolizione della feudalità, l’uguaglianza sociale nei diritti civili e politici, la conseguente scomparsa delle caste, il servizio militare obbligatorio per tutti, che toglieva il privilegio delle armi alla classe dei samurai e altre riforme una più ardita dell’altra, avevano generato profondo malcontento negli elementi xenofobi e fra i samurai. Il decreto del 28 marzo 1876, che toglieva ai samurai il diritto di portare le due spade, e quello del 5 agosto, che convertiva le loro pensioni, provocarono scontento e tumulti. Il 15 febbraio 1877, alla testa di 15.000 uomini, Takamori Saigo s’impadronì di Kagoshima e si diresse a nord, ma a Kumamoto fu fermato dal colonnello Tani, che diede modo alle truppe del governo di raggiungerli. Saigo dovette rientrare a Kagoshima, dove l’arrivo della flotta del governo lo costrinse ad asserragliarsi sulla collina di Shiroyama, nell’antico castello feudale. Ivi i ribelli resistettero dal 10 al 24 settembre, giorno in cui Saigo perse la vita.